24 Novembre 2015, 19:30
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PALERMO – I carabinieri sono arrivati di buon mattino al Comune di Corleone e sono andati via con le carte dell’appalto per la ristrutturazione del campo sportivo.
Dopo il blitz “Grande passo 3” di venerdì scorso, il nuovo capitolo investigativo punta a chiarire le eventuali infiltrazioni di Cosa nostra nella macchina amministrativa. I militari del Nucleo investigativo di Monreale sono partiti dalle intercettazioni telefoniche.
Antonino Di Marco, considerato un pezzo grosso della mafia di Palazzo Adriano, che del campo era il custode prima di finire in cella, aveva a cuore le sorti di Carmelo Gariffo, nipote di Bernardo Provenzano. Era stato scarcerato e Di Marco voleva trovargli un lavoro in uno dei cantieri finanziati dal Comune. Gariffo, che aveva un gran bisogno di soldi, alla fine non fu assunto, ma adesso si indaga su altre pressioni nei cantieri. Non solo quello per la ristrutturazione, ancora in corso, della struttura sportiva. Così come si indaga sull’influenza che i mafiosi potrebbero avere esercitato tramite Giovanni Savona, fratello del sindaco di Corleone, Leoluchina, considerato a loro vicino.
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24 Novembre 2015, 19:30