10 Gennaio 2025, 06:30
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PALERMO – Il virus influenzale corre anche a Palermo, ma il peggio potrebbe già essere passato. Il direttore dell’unità operativa di Malattie infettive del Policlinico, Antonio Cascio, fa il punto della situazione fornendo un dato incoraggiante.
“Quest’anno i casi sono in calo. Se ne registrano quasi la metà in seguito a un’oscillazione dei contagi che periodicamente avviene. In tutta Italia il virus dell’influenza ha un’incidenza del 16 per cento, tutte le altre sindromi influenzali hanno un’origine diversa. Parliamo del virus del raffreddore, di riniti. Si può anche assistere a una riacutizzazione delle polmoniti, ma non tutti i casi sono legati al virus influenzale”.
Eppure le previsioni per questa stagione non erano del tutto rosee: “C’erano molti timori per questa stagione – prosegue Cascio – ma finora l’unica regione un po’ sotto pressione è la Campania. L’andamento dei contagi in Sicilia sembra sotto controllo e il picco dovrebbe già essere stato superato a livello nazionale, la scorsa settimana”.
“Potrebbe servire più cautela in vista del riapertura delle scuole dopo le festività natalizie – continua – ma mi sento di escludere un nuovo aumento dei casi nelle prossime settimane, perché la curva è già in discesa. Di sicuro, invitiamo ancora una volta i soggetti più fragili a effettuare il vaccino antinfluenzale, se non l’hanno già fatto”.
L’esperto ribadisce inoltre l’importanza di rivolgersi al medico di famiglia di fronte ai primi sintomi, evitando l’abuso di farmaci non adatti: “E’ la persona che conosce meglio le condizioni generali del paziente, che deve sempre effettuare un visita completa per verificare eventuali problemi di respirazione o altri sintomi di cui è possibile non accorgersi subito”.
Cascio aggiunge: “In molti casi è consigliabile prescrivere un antivirale, escludendo quindi l’utilizzo di antibiotici, di cui spesso si abusa, erroneamente”. E di fronte alla febbre alta cosa bisogna fare? Ci si deve preoccupare? “Non più di tanto – prosegue -. La febbre alta indica che il paziente sta reagendo e sta combattendo il virus. Se è sopportabile e non provoca conseguenze, è meglio “sopportarla”, in attesa che cali, nel giro di massimo tre o quattro giorni”.
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10 Gennaio 2025, 06:30