Ingroia, Ardita e Accorinti| “La Costituzione non si tocca”

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21 Novembre 2016, 21:28

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CATANIA – Piove, fuori. Dentro, invece, il clima è caldo – rovente. Letteralmente e non. C’entra il referendum. C’entra la presenza dell’ex pm del processo sulla presunta trattativa tra Stato e Mafia, Antonio Ingroia. Ma in realtà c’entrano entrambi, perché è stato presentato alla Feltrinelli di via Etnea il saggio Dalla parte della Costituzione. Da Celli a Renzi: quarant’anni di attacco alla Costituzione (Imprimatur, ed.) con prefazione del viceredattore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. Con questo pamphlet, l’ormai avvocato palermitano e leader del movimento politico Azione Civile, spiega la ragioni del suo No alla riforma disegnata dal presidente del consiglio Matteo Renzi. Renzi, dunque. Una presa di posizione che non è per mandarlo a casa. O almeno, non lo è solamente. La difesa della Carta fondamentale, per Ingroia, ha un valore più alto che supera la rapidità delle stagioni politiche e i tentativi di “rottamarla”. “Gelli è morto, Craxi pure, Berlusconi è presente – ha detto fra i sorrisi della sala – Renzi passerà”.

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Insomma, ci va duro Ingroia e non è una novità, rileggendo le pagine più controverse della storia del Paese in una direzione che va dritta dritta verso il 4 dicembre. Con lui, il senatore Corrado Mineo. Tra sandali e t-shirt, c’è poi il sindaco di Messina Renato Accorinti che ha parlato “di un’operazione per togliere voce ai cittadini. Perché – ha aggiunto –  accentrare troppo potere nelle mani di una sola persona porta al fascismo”. Chiarendo però: “Non credo che Renzi sia fascista, ma sono preoccupato della scarsa partecipazione della gente alla vita sociale”. Benché l’attuale riforma non abbia in agenda l’autonomia della Magistratura, il procuratore di Messina nonché saggista Sebastiano Ardita, denuncia un clima di presunta delegittimazione: “La rozzezza degli attacchi di Berlusconi contro le toghe ha fallito, ma la sua azione ha stimolato quelle realtà che hanno interesse a operare contro i giudici. E tutto ciò rende inevitabilmente più deboli gli stessi cittadini di fronte alla politica”.

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21 Novembre 2016, 21:28

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