09 Aprile 2013, 13:54
3 min di lettura
PALERMO – “Ingroia a capo di Riscossione Sicilia? All’inizio ho pensato si trattasse solo di uno scherzo”. Giusto Catania, assessore comunale di Palermo ed esponente di primo piano di Rifondazione comunista in Sicilia, di cui è stato anche eurodeputato, non nasconde la propria incredulità per l’incarico di sottogoverno che Rosario Crocetta ha affidato a Antonio Ingroia. “In questo modo Rivoluzione Civile è finita – aggiunge Catania – e la sinistra deve trovare nuovi spazi. La Rete 2018 di Orlando? No, grazie”.
Assessore Catania, cosa ha pensato quando ha letto della nomina di Ingroia?
“Onestamente pensavo che fosse uno scherzo, non avrei mai immaginato che uno che ha fatto il processo Stato-mafia, che ha fatto emergere le collusioni dello Stato nella trattativa, che poi si è candidato come leader di uno schieramento di sinistra alla Presidenza del Consiglio, potesse improvvisamente accettare un incarico di sottogoverno dato da Crocetta. Ingroia ha grandissimi meriti come magistrato e proprio per questo pensavamo che potessero avere un riconoscimento politico, ma leggere che si è declassato a un incarico di sottogoverno lo trovo onestamente al di sotto dei suoi meriti. Del resto, in questo modo Ingroia distrugge Rivoluzione Civile”.
Ma non era già scomparsa Rivoluzione Civile?
“Dal punto di vista elettorale non ha avuto risultati positivi, certo, ma il giorno dopo le elezioni Ingroia si era detto pronto a lavorare a un progetto di sinistra. Così invece dà un brutto messaggio politico, perché dice ai partiti che lo hanno sostenuto che siamo al ‘liberi tutti’. Ingroia abbandona la nave e avalla una campagna acquisti trasversale di Crocetta che ha messo insieme Bufardeci, Cimino, Tamajo, Savona, tutti pezzi provenienti dal centrodestra. La politica non è come il calcio, in cui uno può giocare per una squadra prima avversaria. Vorrei ricordare che Ingroia faceva parte di un progetto politico che voleva prendere le distanze da certe modalità tipiche di Crocetta”.
E ora cosa farete?
“Adesso il tema vero è il ‘liberi tutti’, ovvero il tema è quello della costruzione di uno spazio a sinistra che fino alle elezioni si riconosceva in Rivoluzione civile e che adesso è sbrindellato. Dovremmo capire prima cosa è la sinistra e che spazio politico deve costruire, la prospettiva e la riconoscibilità di una scelta politica”.
Idv, con Ignazio Messina, si dice pronta a dialogare con Crocetta, così come Ingroia. Voi?
“Direi che Ingroia non si limita a dialogare, va più in là. E comunque non è una questione di dialogo: la sinistra prima deve porsi il tema della questione sociale, del lavoro, della democrazia. Viviamo un momento drammatico, dove si deve scegliere se stare con i lavoratori o con le banche; abbiamo Il Movimento cinque stelle che occupa il Parlamento, siamo praticamente al golpe; non si riesce a formare il governo. Partiamo da questo”.
Qualcuno ipotizzava una confluenza nella nuova Rete 2018 del sindaco Orlando…
“Non sono convinto della Rete 2018. Io spero che l’operazione di Orlando abbia l’ambizione di costruire uno spazio ampio e riconoscibile, ma se dice che sta nell’alveo dei liberali europei, allora non ci siamo. Vorrei ricordare che in Europa i liberali fanno cose diverse da quelle che fa questa amministrazione a Palermo. Sul tema dei diritti civili ci sono punti di condivisione, ma sulle privatizzazioni certamente no. I liberali sostengono il contrario di quanto fa qui il Comune, che ha deciso di non privatizzare i servizi pubblici locali difesi anzi a oltranza. Anche questa operazione della Rete può essere uno spazio interessante, ma il suo riferimento politico ideale non è nella storia e nella cultura della sinistra. Né è pensabile dialogare con un Pd che a Roma fa l’accordo col Pdl, o in Sicilia con l’Udc imbarcando tanti pezzi del centrodestra”.
E allora cosa farà Rifondazione?
“Rifondazione andrà al congresso, avviando una fase forse troppo lunga. Ma parliamo di partiti che pur esistendo hanno comunque una difficoltà di radicamento sociale. Ci vuole un grande spazio di confluenza, bisogna rimescolare le acque. Ci vuole una affluenza di partiti, movimenti e singole persone che sono spaesate e pur essendo di sinistra non sanno per chi votare. Un senso di spaesamento amplificato dalla scelta di Ingroia, che ha finito col distruggere tutto”.
Pubblicato il
09 Aprile 2013, 13:54