26 Luglio 2012, 12:24
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Il pm Antonio Ingroia, che più degli altri colleghi ha legato il suo nome al procedimento sulla trattativa tra Stato e mafia, lascia la procura di Palermo; e per un anno ricoprirà un incarico dell’Onu in Guatemala. Il via libera, tra le polemiche, gli è stato dato dal plenum del Csm. A far discutere il fatto che Ingroia vada via mentre èin svolgimento il procedimento che vede imputati boss, ex ministri e uomini dello Stato e in relazione al quale è stato aperto un conflitto di attribuzioni dal capo dello Stato. La delibera è passata con 17 voti a favore, 4 contrari e le astensioni del primo presidente e del Pg della Cassazione.E ha spaccato il gruppo del Pdl: Nicolò Zanon ha votato contro; i colleghi Annibale Marini e Filiberto Palumbo(che invece in Commissione si erano astenuti) a favore; e Bartolomeo Romano, che aveva annunciato l’astensione,non era presente al momento del voto. Le critiche più dure al procuratore aggiunto di Palermo sono venute da Zanon, che ha prima ricordato i “dubbi” espressi dal Csm sulla “deontologia” del magistrato per il suo intervento al congresso del Pdci,ipotizzando che sia stata la sua “notorietà”mediatica a portarlo all’incarico presso la Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala. E poi ha attaccato: Ingroia va via “dopo aver dato la stura ad uno dei più clamorosi contrasti giuridico-costituzionali della storia Repubblicana e dopo aver lasciato dietro di sé una richiesta di rinvio a giudizio per un processo che non ha precedenti; preferirei molto di più un pm che invece di partire per il Guatemala restasse qui e affrontasse il dibattimento per vedere quanto reggeranno le sue ipotesi accusatorie a un serio vaglio giurisdizionale”. E ancora al conflitto istituzionale con il capo dello Stato e alla delicatezza del procedimento sulla trattativa ha fatto riferimento il laico della Lega Ettore Adalberto Albertoni per spiegare il suo “no”. Contrari pure i togati Paolo Auriemma di Unicost (chi ha cominciato un processo di “enorme importanza per la collettivita” ha il “dovere di continuare a seguirlo”)e Antonello Racanelli (“non è assolutamente opportuno che lasci procedimenti su fatti molto delicati e gravi”), che pure ha espresso a Ingroia la sua “solidarieta” per gli attacchi alla sua indagine e ha spiegato che si sarebbe comportato come lui sulle intercettazioni di Napolitano. Il processo sulla trattativa “continuerà e non è messo a rischio dal fatto che Ingroia svolgerà un incarico nell’interesse della comunità mondiale” ha replicato Vittorio Boraccetti,bollando come “ingenerose” le critiche a un pm, che pur “con qualche esorbitanza, fa parte di una magistratura coraggiosa”.Un argomento su cui ha insistito anche il relatore Alberto Liguori (Unicost), ricordando il parere favorevole dato non a caso dal procuratore di Palermo Francesco Messineo. E in tanti (anche il laico del Pdl Palumbo) hanno definito “doveroso” il via libera a Ingroia perché si tratta di un “prestigioso” incarico dell’Onu. Il voto è arrivato nel giorno in cui l’Anm ha aperto una polemica con il vertice del Csm per aver autorizzato l’apertura di un fascicolo a carico del Pg di Caltanissetta Roberto Scarpinato, che alla cerimonia di commemorazione di Paolo Borsellino aveva definito “imbarazzante” la presenza tra le autorità di “personaggi dal passato e dal presente equivoco”. Un’iniziativa “preoccupante”, visto che è in gioco “la libera manifestazione del pensiero” e contro la quale si schiera anche Magistratura Indipendente, mentre monta la protesta sulla mailing list delle correnti di sinistra. Ma da Palazzo dei marescialli fanno notare: il Comitato di presidenza si limita a vagliare l’ammissibilità non il merito delle pratiche richieste dai consiglieri.
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26 Luglio 2012, 12:24