31 Ottobre 2011, 19:32
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Le polemiche sul “magistrato partigiano”? “Credo che questa vicenda sia dimostrazione dell’imbarbarimento del dibattito politico”, ha detto Antonio Ingroia, oggi pomeriggio alla libreria Broadway a Palermo per presentare un libro di Umberto Santino. Una riflessione dopo alcuni giorni di polemica sulla famosa formula “partigiano della Costituzione”.
“La mia dichiarazione, su alcune testate giornalistiche non autorevoli ma molto diffuse, è stata presentata come l’aver detto di essere ‘partigiano sic et simpliciter’, come se avessi confessato di essere un comunista vestito da magistrato – ha detto Ingroia riferendosi a quanto pronunciato al congresso del Pdci -. Se un magistrato dichiara di essere fedele alla Costituzione, se dice apertamente che i valori politico-culturali in base alla quale applica la legge sono quelli della Costituzione, questo dovrebbe essere normale. E invece lo si strumentalizza perchè lo si è detto in un congresso di partito. Ma io – ha aggiunto Ingroia – mi sono espresso in questi termini anche ad altre manifestazioni di partito nelle quali sono stato invitato, come l’Italia dei valori o Futuro e libertà, che non mi sembrano essere partiti comunisti. Non l’ho mai detto in un congresso del Pdl ma ci si dovrebbe chiedere perchè il Pdl non voglia sentire l’opinione dei magistrati ma solo attaccarli. L’unica eccezione che opporrei alla mia partecipazione a un’iniziativa di partito sarebbe quella di essere in contraddittorio con un mio indagato o un mio imputato”.
In ogni caso, nessun ripensamento. “Ridirei e rifarei tutto. Al segretario Cascini dell’Anm replicherei che ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni”. “Ero consapevole che le mie dichiarazioni avrebbero suscitato delle polemiche ma l’ho voluto fare proprio per rivendicare il diritto di un magistrato di potere esprimere la propria opinione. E’ il problema del paradigma della semplificazione: io parlavo di temi seri, di costituzione a rischio, di spazi di libertà ridotti per certa parte della società, ma alla fine i temi portati alla ribalta sono stati solo chi lo ha detto e dove lo ha fatto, in quale contesto. I contenuti sono passati in secondo piano. Questo è desolante. Ma con un pizzico di ottimismo dico che potremo rimenere non schicciati dal paradigma della semplificazione e tornare a quello della complessità, proprio degli uomini di cultura e letteratura”. E ha concluso: “Non dico negli anni ’70 ma neanche vent’anni fa si sarebbe scatenato tutto questo dopo una dichiarazione che dovrebbe essere scontata: quella di un magistrato che si dichiara partigiano della Costituzione”.
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31 Ottobre 2011, 19:32