11 Febbraio 2015, 20:23
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PALERMO- “Sicilia E-Servizi è stato un carrozzone mangiasoldi. Ho individuato, spulciando le carte delle precedenti gestioni, truffe e arricchimenti illeciti per oltre 100 milioni di euro, avvenuti sotto il governo regionale di Raffaele Lombardo. Si tratta di soldi pubblici dei siciliani e sarebbe troppo facile dire che potevano spesi in maniera diversa”. Così l’amministratore unico di Sicilia E-Servizi, Antonio Ingroia, che ha annunciato di aver presentato un circostanziato esposto alla Procura di Palermo. “Il processo di strutturazione della società di informatica regionale avrebbe dovuto avvalersi di un socio privato nella fase di start-up, cioè dal 2005 al 2008.
Invece – sostiene Ingroia – questo processo si interrompe improvvisamente nel maggio del 2009 quando Lombardo nomina Giuseppe Sajeva, un dirigente di Enginering, il socio privato, amministratore delegato della società pubblica. Sajeva resta anche dipendente di Enginering in una situazione di gravissimo conflitto di interessi. In questa fase riscontro due anomalie più gravi tra le tantissime che ho trovato: innanzitutto in quell’anno si assiste a un consistente incremento dei pagamenti in consulenze. Nel solo dicembre 2009, assistiamo ad affidamento di lavori al socio privato per oltre 79 milioni di euro. La seconda anomalia, nello stesso periodo, è relativa al costo dei lavoratori. Mentre oggi la Regione eroga a Sise tra i 1.200 e i 1.700 euro netti al mese ai propri lavoratori, in quel periodo il costo per lo stesso lavoratore varia tra i 570 e i 1.030 euro al giorno. Inutile aggiungere che ai lavoratori andava lo stesso stipendio percepito ora e il resto era tutto profitto di impresa per i privati che così si sono arricchiti alle spalle dei siciliani e dei lavoratori”.
“Ecco perché – continua Ingroia – Sicilia E-Servizi quest’anno è costata intorno ai 10 milioni di euro e negli anni passati tra i 30 e i 56 mln. Insomma le spese sono state ridotte, a seconda dell’anno di riferimento, dai tre quarti ai quattro quinti, non per le virtù taumaturgiche del sottoscritto ma perché si è fatto oggi quel che non si era fatto allora. Mi chiedo – conclude Ingroia – dov’erano allora gli organi di controllo interni ed esterni alla società. E che dire, infine, della transazione col privato per circa 100 milioni di euro autorizzata dal presidente Lombardo quando era già dimissionario e sotto inchiesta dalla Procura di Catania e con le valige in mano, a meno di venti giorni dall’elezione del nuovo presidente della regione?”.
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11 Febbraio 2015, 20:23