13 Luglio 2017, 18:31
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CATANIA – Nasce a Palermo, ma da piccolo si trasferisce a Milano dove vive tutta la vita. Fino a tre anni fa quando, per seguire la compagna, arriva a Catania. E inizia a mettere nuove radici, tanto solide che non solo decide di restare, ma vuole anche impegnarsi per migliorare la città. Salvatore Bruccola, imprenditore con la passione del canto, vuole fare il sindaco. Una dichiarazione che ha già affidato a Facebook e che, ora, conferma a LivesiciliaCatania.
59 anni, un accento lombardo che non lascia dubbio alcuno sulla sua provenienza, e un obiettivo in particolare: provare, lavorare, impegnarsi, per cambiare la mentalità dei catanesi. Non in tutto, affatto. “Questa è una città bellissima, calorosa, splendida. Ma – sottolinea – perde continuamente occasioni e altre non le sfrutta a sufficienza. Una società addormentata: vedo con i miei occhi le problematiche della città, ma bisogna puntare sul rapporto umano, sul contatto con le persone, sull’ascolto. Qui si è interrotta la comunicazione tra la città e la sua istituzione più importante – incalza – e le persone chiedono aiuto nel silenzio”.
Una candidatura nata a tavola, in occasione di un incontro con l’avvocato Giuseppe Lipera, che ha sollecitato Bruccola a mettersi in gioco. “Non devo fare carriera politica – conferma. Ho pensato a una squadra di persone competenti e professioniste e ognuno sarà collocato nei posti chiave e avrà la responsabilità del suo settore. Non devo accentrare, ma fare bene”.
Sull’amministrazione Bianco ha già una idea ben precisa. “Mi è bastato parlare con le persone per capire che in questo momento c’è un’amministrazione che ha fatto poco per questa città e soprattutto per i suoi abitanti – commenta: se no non ci sarebbero tutte queste richieste di aiuto. Non basta inaugurare i giochi in una piazza. Non credo che il catanese abbia bisogno di due dondoli e uno scivolo, di fronte a problematiche ben più serie”.
L’intenzione è quella di scrivere il programma con i cittadini: non solo sentirli ma anche ascoltarli. “Vorrei approfittare di questo tempo che ho a disposizione per questo – dice. Voglio stare in mezzo alla gente, anche perché non ho nulla da nascondere e non ho timore di nulla”. E’ già andato in pescheria, al mercato storico. “Un posto bellissimo che soffre – afferma. Un luogo che ovunque sarebbe valorizzato al massimo e che invece, almeno per quello che ho visto, resta spento, triste, forse anche per la chiusura della via Dusmet”.
Un uomo che si definisce libero e che promette di rimanerlo. E che sa quanto potrà essere difficile governare una città in gravi difficoltà economiche ma che resta convinto che con la responsabilizzazione di tutti e avvicinando il Palazzo ai cittadini le cose potrebbero migliorare. Commercianti, artigiani, dipendenti pubblici e agricoltori, “che potrebbero dare molto e a cui si potrebbe dare molto”: inizierà da queste categorie, senza però tralasciare le altre o gli altri settori. Trasporto pubblico, viabilità, sicurezza, “ma i cittadini devono dare una mano – conclude – e le istituzioni devono stabilire le regole e applicarle. Bastano poche semplici mosse per migliorare la situazione. Anche perché peggio di adesso non si può fare”.
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13 Luglio 2017, 18:31