“Inizio lo sciopero della fame”

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10 Gennaio 2011, 15:04

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Mi telefonano oggi che dalla Facoltà di Lettere è stata rimossa la targa con la foto di mio figlio Norman, affissa provocatoriamente in Aula Magna dagli studenti, per sollecitare l’intestazione dell’Aula come promesso dalle autorità accademiche (insieme al dottorato alla memoria): pubblicamente e in privato.

Lo trovo un gesto vigliacco che dimostra cattiva coscienza e voglia di rimozione da parte di chi, approfittando dell’assenza dei giovani che avevano occupato la Facoltà, ha inteso togliere un simbolo di lotta alle baronie, ormai riconosciuto come tale da Lugano a Lampedusa.

Il Rettore, con una lettera molto garbata, mi chiede adesso di portare prove. Scusatemi, se avessi avuto prove incontrovertibili, non le avrei già date al magistrato? So solo quello che mi raccontava mio figlio, quello che si dice – nemmeno a bassa voce – nei corridoi di Lettere, chiedermi adesso, dopo le promesse, prove irrefutabili, nel mio vocabolario significa fare più di un passo indietro rispetto alle promesse di chi, addirittura, era venuto a casa mia a baciarmi.

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Dopo il lavaggio della coscienza, a caldo, adesso la coscienza, ritornata “pulita” può offendere ancora la memoria di mio figlio, adducendo spiegazioni che l’Università non può nutrire intenti risarcitori (nessuno ha mai messo la questione in questi termini). Stanno suicidando mio figlio per la seconda volta ed io non posso permetterlo, per questo ho deciso che da subito inizierò uno sciopero della fame. Purtroppo sta passando la tesi delle solite, note, baronie feudali, che Norman non va ricordato. A chi fa paura la memoria di Norman? Si sono chiusi tutti a riccio, nella difesa dell’Istituzione che peraltro, io non ho mai inteso offendere nella sua complessità. Anzi ho avuto parole di elogio per il Rettore, perla sua gestione e per la sua volontà di ricordare Norman con Aula e Dottorato.

Oggi le cose sono cambiate, devo desumere, allora chiedo l’aiuto di tutti, forze politiche, studenti, società civile in senso bipartisan, perché Norman non venga lasciato cadere giù dal settimo piano di Lettere per la seconda volta. Da oggi è sciopero della fame e vada come dovrà andare. Da quando è morto mio figlio la paura non fa più parte del mio vocabolario.

Claudio Zarcone

Pubblicato il

10 Gennaio 2011, 15:04

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