29 Ottobre 2019, 11:51
2 min di lettura
PALERMO- “Non si cambia un sistema pensionistico ogni anno. Quota 100 probabilmente sarà rivista nel corso del tempo. Le donne sono state massacrate dagli ultimi interventi pensionistici, dalla Fornero a quota 100, che ha premiato i maschi e il pubblico impiego e il Nord Italia”. Così Guglielmo Loy, presidente del comitato di Indirizzo e vigilanza Inps nazionale, ai cronisti a margine della presentazione del bilancio sociale dell’istituto in Sicilia per il 2018, a Palazzo dei Normanni. “È rimasta scoperta un’intera fascia di popolazione che non può accedere ai 38 anni di contributi – afferma – A queste persone va data una risposta con strumenti di flessibilità di uscita diversa dall’attuale. Il tema della flessibilità in uscita c’è. Non tutti i lavori sono uguali, non tutti possono permettersi di arrivare con 42 anni di contributi a 63-64 anni. Ci sono disoccupati a 63 anni che non hanno i loro anni di contribuzione e che rischiano di dovere aspettare i 67. Quota 100, quindi, va aggiustata”.
“Il tema del cuneo fiscale va visto come aiuto alle persone ma anche come incentivo al consumo per rimettere in moto una parte del sistema economico che si regge sul terziario. Una volta assunto che con la manovra bisognava mettere in sicurezza l’aumento dell’Iva, è evidente che le risorse erano limitate. È un segnale importante della politica economica perché si riconosce che le persone che lavorano hanno bisogno di un sostegno di natura fiscale, ma sulla quantità non ci siamo. Anche perché penso ci siano altre priorità”. Così Guglielmo Loy, presidente del comitato di indirizzo e vigilanza Inps nazionale, a Palermo. “Penso agli ammortizzatori sociali – ha aggiunto – alla questione del rinnovo del contratto del pubblico impiego, all’adeguamento delle pensioni che sono state bloccate dall’altro governo, danneggiando pensionati normali da 1200-1300 euro che si sono visti ridurre la pensione: e non è stato un bel segnale”.
Prosegue l’emorragia di posti di lavoro in Sicilia, lo si evince dall’aumento costante di domande di Naspi, l’assicurazione sociale per l’impiego riconosciuta, a determinate condizioni, ai lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano perduto involontariamente il lavoro. Nel 2018, l’Inps, come emerge dal bilancio sociale presentato a Palazzo dei Normanni, ha definito nell’isola 167.923 domande con un incremento dell’11,4 e del 7,14% rispetto ai due anni precedenti: sono state 141.027 nel 2016 e 151.098 nel 2017. Oltre al metà, pari al 55,9%, di domande di Naspi si è concentrata nelle province di Palermo, Catania e Messina.
“Rei e reddito di cittadinanza? È la strada dell’aspirina quando si ha un po’ di mal di testa. Serve, ma se le cause non vengono individuate, si riproporrà l’aspirina un po’ più potente tra qualche giorno”. Così Guglielmo Loy, presidente del comitato di indirizzo e vigilanza Inps nazionale, a Palermo. (ANSA).
Pubblicato il
29 Ottobre 2019, 11:51