Inps, scatta il blitz per truffa | Coinvolti medici, periti e avvocati

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05 Dicembre 2017, 08:20

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MESSINA – Un giro di perizie e certificati medici falsi per ingannare i giudici e l’Inps. Due persone in carcere, cinque ai domiciliari, dieci sottoposte all’obbligo di dimora e sedici interdette dalla professione. Sono i numeri dell’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Messina su richiesta della Procura della repubblica di Patti.

Le trentatré persone raggiunte da una misura cautelare sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, truffa aggravata ai danni dell’Inps e falso in atto pubblico. False, infatti, erano le perizie con le quali decine di persone hanno ottenuto pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e la certificazione di essere portatori di handicap. Altre 69 persone hanno ricevuto l’avviso di garanzia.

Il cuore della presunta banda sgominata dai carabinieri del Comando provinciale di Messina era a Patti, ma si estendeva in tuta la fascia tirrenica peloritana. Grazie alla connivenza di medici, funzionari pubblici e responsabili di patronati, l’organizzazione avrebbe condizionato l’esito dei ricorsi promosso dai cittadini davanti alla sezione lavoro del Tribunale di Patti.

In carcere sono finiti l’avvocatessa Anna Ricciardi, di Brolo, e il medico Francesco Piscitello. Nella vita sono compagni.

I domiciliari sono stati concessi a Vincenzo Princiotta, Ilenia De Luca e Rosaria Lo Presti, gestori di patronati o studi di assistenza fiscale che avrebbero indirizzato i propri clienti al livello superiore della banda. Ricciardi e Piscitello avrebbero corrotto con poche centinaia di euro i medici affinché rilasciassero false certificazioni attestanti malattie per le quali poteva essere richiesta una pensione di invalidità. Altre volte sarebbero riusciti ad ottenere perizie favorevoli inducendo in errore i giudici del Tribunale (da cui Piscitello veniva nominato consulente tecnico) e l’Inps. Gli indennizzi ottenuti senza averne titolo raggiungono la cifra di un milione di euro per una quarantina di pratiche in tutto.

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Ai domiciliari sono finiti anche l’avvocato Teresa Notaro di Sant’Agata di Militello e la sua assistente, Mariella Di Gaetano. Con lo stesso modus operandi avrebbero condizionato l’esito di cinque cause.

 

 

 

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05 Dicembre 2017, 08:20

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