11 Marzo 2014, 17:55
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GELA (CALTANISSETTA) – E’ iniziato oggi davanti al giudice monocratico del tribunale di Gela, Manuela Matta, il processo a carico di tre dirigenti dell’Eni, l’amministratore delegato della “Raffineria di Gela Spa”, Bernardo Casa, e due tecnici aziendali, Alfredo Barbaro e Michele Viglianisi, accusati di inquinamento ambientale. Il pm, Silvia Benetti, contesta loro il reato previsto dall’articolo 674 del codice penale che persegue il “getto di cose pericolose” comprese le “emissioni di polveri e di prodotti gassosi maleodoranti tali da causare fastidio, molestie olfattive e difficoltà respiratorie”. L’udienza è stata interamente dedicata alla costituzione di parte civile di tre associazioni ambientaliste (Aria Nuova, Amici della Terra e Legambiente) del comune di Gela, della Regione Siciliana, del ministero dell’ambiente e di cinque persone, tra proprietari e dipendenti dell’impresa Meic Service, il cui cantiere, con annesso distributore di carburanti, è stato più volte investito da emissioni inquinanti perché sorge a pochi metri dal recinto nord del petrolchimico.
Rigettate le richieste di altri quattro cittadini. Gli avvocati di parte civile hanno poi chiesto e ottenuto la citazione a giudizio della Raffineria di Gela, che dovrebbe risarcire i danni nel caso in cui venisse accertata la responsabilità penale e civile dei suoi dirigenti. Il processo è stato aggiornato all’8 aprile prossimo. Davanti al tribunale è stato montato un gazebo da dove, per tutta la mattinata, undici associazioni ecologiche e culturali hanno manifestato la loro protesta contro “l’immissione di veleni nell’atmosfera” e rivendicato “un futuro sostenibile” distribuendo volantini che chiedono “il rispetto di questa terra e della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”.
(ANSA)
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11 Marzo 2014, 17:55