02 Dicembre 2015, 05:02
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CATANIA- C’è un nuovo colpo di scena dopo l’intercettazione tra Enzo Bianco e Mario Ciancio registrata dai carabinieri il giorno dopo la variante che diede il via libera all’edificazione della Playa: il sindaco chiede di essere sentito in Commissione parlamentare Antimafia.
Una lettera indirizzata a Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, è arrivata ieri nella segreteria romana dell’organo parlamentare, a firmarla Enzo Bianco.
“Alcuni organi di stampa locali della mia città -scrive Bianco- hanno riferito di una telefonata del 18 aprile 2013 alla vigilia delle elezioni comunali con il direttore del quotidiano La Sicilia Mario Ciancio”.
“Le chiedo, onorevole Presidente -aggiunge il primo cittadino- di essere adito dalla Commissione appena le sarà possibile, in modo da rendere edotti i componenti del mio impegno costante per la legalità nella mia città e in particolare per le iniziative assunte in riferimento al Programma Urbanistico Attuativo di Catania Sud”.
Pochi giorni fa Claudio Fava aveva annunciato l’imminente acquisizione della telefonata tra Bianco e Ciancio smentendo di aver richiesto l’audizione del sindaco di Catania.
Bianco potrebbe rivelare particolari politici importanti, a partire dalla regia del progetto Stella Polare che ha visto gli imprenditori Renzo Bissoli e Mariano Incarbone, condannato per associazione mafiosa, tentare di corrompere con consulenze ad hoc i vertici dell’Urbanistica comunale durante la gestione del sindaco Raffaele Stancanelli, come ha svelato il mensile “S”.
Ma è sulla telefonata che Bianco pare voglia concentrarsi. E’ il 18 aprile del 2013, Bianco non è stato ancora eletto sindaco, al Comune è stata approvata una variante che salva i terreni di Mario Ciancio dai vincoli di inedificabilità imposti dall’Enac: con la creazione di un comparto le cubature vengono trasferite sui terreni più lontani dallo scalo catanese. Un affare da 500 milioni di euro, dei quali circa 70 sono rappresentati dalle plusvalenze dei terreni dell’editore catanese.
Dopo i saluti iniziali, Bianco dice “mi pare che ieri…”, “poi ci vediamo -risponde Ciancio- è andato tutto secondo le previsioni”.
“Eh esattamente -aggiunge l’aspirante sindaco- come ti avevo detto, come vedi sono…”. L’editore catanese a questo punto elogia Bianco sottolineando che “mantiene” le promesse.
Fatto che, secondo quanto ipotizzano gli investigatori, confermerebbe l’esistenza di un accordo.
Ciancio non nasconde di essere “preoccupato, perché D’Agata non aveva detto con chiarezza che si…asteneva”.
Quindi la comunicazione dell’inizio della campagna elettorale e la rassicurazione, da parte di Ciancio, dell’imminente pubblicazione di un articolo.
“Da candidato sindaco -ha detto Bianco al mensile “S”- ho chiamato il Direttore dell’unico quotidiano catanese il giorno prima dell’apertura della campagna elettorale, per informarlo della manifestazione che stavamo organizzando e sapere se il giornale avrebbe seguito l’evento come aveva fatto con gli altri candidati. Chi altri avrei dovuto contattare se non i giornali? Immagino, e anzi ne sono certo, che gli altri candidati abbiano fatto lo stesso non solo telefonicamente ma anche andando a trovare il Direttore nella sede de La Sicilia, ricevendo spazi sulle pagine del giornale per le loro iniziative. Senza scandalo, com’é naturale”.
Il sindaco punta l’attenzione su quella sera in cui fu approvata la variante durante la gestione Stancanelli, beneficiario, come ha svelato il mensile “S” nel 2013, di presunti favori elettorali da parte di Ciancio: “Dopo un ricorso degli imprenditori interessati -ha detto Bianco- l’Amministrazione Stancanelli sottopose le modifiche al Consiglio comunale proprio in quella seduta di metà aprile del 2013. Il progetto passò con 23 voti favorevoli su 26 presenti. Gli unici a non votare quel PUA furono i consiglieri a me vicini: l’idea originaria da noi voluta dello sviluppo di quella zona era positiva, le modifiche peggiorative volute dal centrodestra no”.
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02 Dicembre 2015, 05:02