La mafia al tempo della crisi | E le donne senza soldi protestano

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13 Marzo 2013, 16:54

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PALERMO – Tempi duri per i mafiosi. Pochi soldi in circolazione e i malumori crescono. Regola vuole che chi sta fuori debba occuparsi dei detenuti e delle loro famiglie. Più che una catena di solidarietà è un principio su cui Cosa nostra ha fondato la propria forza. È uno dei cardini dell’associazione mafiosa. Ecco perché la telefonata registrata dagli agenti della sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile fra due donne, lo scorso 23 febbraio, diventa sintomatica delle difficoltà dell’organizzazione. La compagna di un detenuto si sfoga con la moglie di uno degli arrestati del blitz della Noce. Con il marito in cella non riesce più arrivare a fine mese. Ed è stata costretta a ricorre ai risparmi. Ecco il passaggio dell’intercettazione:

DONNA: E ti sei spesa i soldi tuoi?
DONNA 2: E che devo fare Antonè? Non ne ho più. Mia madre non ne ha, chi me li deve dare.
DONNA: Vabbè quelli di là non…
DONNA 2: See… vabbè!
DONNA: Minchia, come si fa…
DONNA 2: Come si fa’?
DONNA: Oh ce li devi fare cacare a come si chiama… non l’ho capito scusami…
DONNA 2: Antonè… già mi hai capito… Si dice… Antonè… quando finisce u figghiozzo finisce il parrino…
DONNA: La verità dici…
DONNA 2: … uno quando è arrestato poi una… va… finiscono tutte cose…
DONNA: La verità è…

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13 Marzo 2013, 16:54

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