16 Febbraio 2010, 10:03
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di FIORENZA SARZANINI (www.corriere.it) Aveva tentacoli ovunque la «combriccola ». Dalla Rai all’autorità di vigilanza sugli appalti, passando per i ministeri, funzionari e imprenditori potevano contare su una rete di persone alle quali chiedere favori e appoggi. Molto attivo nel sostenere le aziende napoletane che vogliono prendere i lavori si rivela l’onorevole Luigi Cesaro, attuale presidente della Provincia di Napoli. Ma per far valere le proprie ragioni costruttori e professionisti non esitano a rivolgersi a Paolo Berlusconi, il fratello del presidente del Consiglio.
«Lavorano per il Vaticano» Quando si tratta di difendere i propri interessi, i funzionari non mostrano remore. Il 30 luglio 2008 Fabio De Santis, delegato alla gestione Grandi Eventi, «sollecita il collega Raniero Fabrizi di attivarsi per bloccare una norma, in fase di approvazione, che restringe la possibilità per i pubblici dipendenti di avere emolumenti per collaudi e arbitrati su opere pubbliche. Gli spiega di aver già interessato l’architetto Giovanni Facchini affinché riporti le loro lagnanze a Paolo Berlusconi e aggiunge che ha intenzione di attivare anche due parlamentari con cui è in rapporti, il senatore Guido Viceconte e l’onorevole Mario Pepe». Facchini è uno dei professionisti che lavorano a La Maddalena in vista del G8. Il primo agosto «l’architetto Marco Casamonti riporta al collega Stefano Boeri i contenuti di un colloquio con il funzionario Mauro Della Giovampaola. E riferisce: “Mi ha detto guarda Marco tu sei venuto qui portato dall’impresa… noi abbiamo questo albergo fatto da questi Facchini che sono dei cani… però non li possiamo mandare via perché son quelli di Berlusconi. Uno lavora per Berlusconi, uno per il Vaticano. L’unico problema è che se noi diamo retta a questi noi qui non finiamo e siccome poi il culo ce lo rimette Bertolaso e Balducci abbiamo chiesto a Giafi di intervenire… quindi voi fate i progetti ma state sotto tono».
Il 3 settembre è Paolo Berlusconi a contattare Angelo Balducci.
Paolo Berlusconi: «Paolo Berlusconi, ciao…».
Balducci: «Ehi! ciao Paolo, come stai?».
Paolo Berlusconi: «Ti sento occupato, vuoi che ti richiamo più tardi?».
Balducci: «No, ma che scherzi? ci mancherebbe… ».
Paolo Berlusconi: «Senti, io sono a Roma… domani riusciamo a vederci cinque minuti?».
Balducci: «Guarda… io domani mattina vado a Napoli e c’è il presidente… però torno nel pomeriggio… anzi, tra l’altro torno insieme a lui… tu ti fermi anche domani, oppure…».
Paolo Berlusconi: «Io parto la sera ho l’aereo alle otto…».
Balducci: «Ah, guarda Paolo, facciamo così… io, se non ti dispiace, domani quando so esattamente l’ora del rientro, quindi… io lo saprò intorno a mezzogiorno… ti chiamo… e poi ti raggiungo da qualche parte…».
Paolo Berlusconi: «Ok? grazie!».
Gli appalti dell’Enac
La lettura delle intercettazioni conferma l’aiuto di Denis Verdini al suo amico Riccardo Fusi. Il 16 settembre 2009 lo chiama «e gli passa al telefono Vito Riggio, l’attuale presidente dell’Enac».
Riggio: «Vediamoci… io dunque… se per caso siete a tiro magari nel pomeriggio che la mattina c’ho un po’ di casino».
Fusi: «Va bene, a che ora?».
Riggio: «Diciamo dopo le 5… ci possiamo vedere anche in centro, 5 e mezza al Caffè Farnese».
Fusi: «D’accordo».
Annotano gli investigatori: «Dopo circa 20 minuti l’onorevole Verdini richiama Fusi per dirgli che con Riggio ha parlato molto chiaro, facendo riferimento alle sue sollecitazioni per far ottenere al Fusi qualche appalto».
Fusi: «C’è possibilità?».
Verdini: «Non di quelle lì perché… insomma… quelle due cose sono state fatte… però c’è tante altre… non quelle cose…».
Fusi: «Va bene…».
Verdini: «Però mi ha detto che si mette a disposizione… ti spiega… per grandi progetti per il futuro… per cui…».
Fusi: «Domani alle 17.30…».
Verdini: «Perfetto, ciao».
(continua sul Corriere.it)
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16 Febbraio 2010, 10:03