Cronaca

“Interventi senza l’ok”: danno erariale, condanna per Tutino

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14 Ottobre 2020, 18:10

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PALERMO – Decisione confermata. I giudici della sezione di appello della Corte dei Conti hanno condannato Matteo Tutino a risarcire l’azienda Policlinico di Palermo con 20 mila euro per avere effettuato senza autorizzazioni interventi chirurgici all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta.

Il collegio presieduto da Tommaso Brancato, giudice estensore Guido Petrigni, ha respinto sia il ricorso della difesa, che chiedeva l’assoluzione, che quello dei pm contabili che invocavano una condanna più severa.

Regge comunque la ricostruzione della procura guidata da Gianluca Albo.
Il chirurgo plastico era in servizio al Policlinico, ma era impegnato come consulente della Commissione Igiene e Sanità del Senato e, per questa ragione, su sua richiesta, con la delibera 43 del gennaio 2010, era stato collocato in aspettativa, senza assegni.

I carabinieri del Nas accertarono che il Policlinico di Palermo non aveva autorizzato gli interventi professionali in questione, a fronte dei quali il medico aveva percepito compensi, per prestazione svolte dal 2007 al 2011, non riversati all’amministrazione di appartenenza, per un importo di circa 33 mila euro.

Il dottore Tutino ha negato di aver provocato danni alla propria amministrazione, affermando di aver collaborato gratuitamente, in virtù di un’apposita convenzione, con l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta e di aver percepito compensi solo per quegli interventi “salvavita” rivolti a malati non trasportabili, effettuati da quando era stato collocato in aspettativa senza assegni, sottolineando come si trattasse di remunerazioni esigue rispetto ai costi affrontati, regolarmente denunciate e sottoposte a tassazione.

Ed è per questo che l’avvocato Sabrina Donato preannuncia sin d’ora che “verrà prontamente avviata una richiesta di risarcimento danni nei confronti del presidio ospedaliero Sant’Elia su incarico dei quale gli interventi sono stati eseguiti. Interventi per i quali l’ospedale nisseno ha ottenuto rimborsi dall’assessorato regionale alla Salute per migliaia di euro, a fronte di un mero rimborso spese riconosciuto al medico incaricato, e per il conferimento dei quali i dirigenti ospedalieri a noi risultano attualmente indagati per abuso e omissione di atti di ufficio”.

Il ricorso della difesa si basava su due punti. Primo: Tutino “si trovava in aspettativa non retribuita e, quindi, non avrebbe, comunque, espletato alcuna attività per l’Amministrazione di appartenenza: non provocando, conseguentemente, alla stessa alcun deficit di efficienza”.

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Secondo punto: l’ente beneficiario, a differenza del dipendente, aveva un preciso e perentorio obbligo discendente dalla legge che gli impediva, in mancanza di autorizzazione, di fare eseguire le prestazioni richieste.

Secondo il collegio di appello, il fatto che il chirurgo fosse in aspettativa non è una condizione che lo pone al di fuori del quadro normativo: “Tutino ha esercitato attività libero professionale in assenza di qualsivoglia preventiva autorizzazione, venendosi così a trovare in una situazione di incompatibilità assoluta. Non v’è dubbio che la sua condotta sia da considerare contra legem”.

Sul danno, secondo i giudici, “la responsabilità amministrativa in esame,
infatti, individua un’ipotesi, ormai tipizzata, di responsabilità per
‘danno da mancata entrata”.

Infine, “alcun valore esimente può essere riconosciuto alla prassi invocata dall’appellante, in quanto il riferimento alle condotte illecite altrui non elide gli obblighi di informazione e corretta gestione del proprio ruolo all’interno di un’organizzazione amministrativa, soprattutto se essa è deputata all’erogazione di servizi fondamentali quali la formazione universitaria e specialistica”.

Tutino, ex primario del reparto di Chirugia maxillofacciale dell’ospedale Villa Sofia e medico personale dell’ex governatore Rosario Crocetta, è ancora sotto processo penale per l’accusa di truffa aggravata. Secondo gli inquirenti avrebbe eseguito nella struttura pubblica, spacciandoli per “funzionali” e quindi mettendoli a carico del Servizio sanitario nazionale, interventi estetici.

Tutino non solo si è sempre proclamato innocente, ma ha pure denunciato a Caltanissetta, tramite gli avvocati Carlo Taormina e Sabrina Donato, i magistrati che hanno condotto le indagini a Palermo, l’allora procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Luca Battinieri.

Il gip del Tribunale di Caltanissetta, Gigi Omar Modica, nei mesi scorsi, ha ordinato che venga eseguita “una perizia calligrafica finalizzata a far comprendere a chi effettivamente appartengono le firme apposte in ciascuna parte delle cartelle cliniche relative agli interventi contestati a Tutino”. Secondo i difensori, le firme non sarebbero di Tutino ma di altri medici.

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14 Ottobre 2020, 18:10

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