“No al Pd ‘contenitore’ di Faraone| E agli ex di Cuffaro e Lombardo”

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11 Luglio 2018, 06:04

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PALERMO – Rifugge dall’idea di un Pd “contenitore” e invita i compagni di partito “a costruire” invece “contenuti” con cui riempire il simbolo dei democratici. Nei giorni in cui Davide Faraone e i Partigiani dem annunciano due diversi appuntamenti per ridiscutere di un partito che dovrà necessariamente ripartire dopo la batosta elettorale di primavera, Antonello Cracolici, anima della sinistra dem all’Assemblea regionale siciliana, dribbla la domanda sulla sua presenza alle due assemblee ma non nasconde il suo punto di vista senza risparmiare critiche nei confronti di chi, come l’ex sottosegretario alla Salute, vorrebbe tracciare “la terza via”.

Il 5 e il 6 ottobre andrà in scena la Leopolda di Faraone, Cracolici che farà?
“Non faccio programmi a lungo termine e in ogni caso il problema non è la mia presenza o meno. Considero un fattore positivo l’organizzazione di iniziative e incontri per rilanciare il Pd. Bisogna ricostruire un Pd ‘collettivo’. Non ci sto a far rinascere un ‘partito-Spa’ in cui ognuno si ritaglia la sua parte. Questo non serve a niente, bisogna invece avere una visione da offrire al Paese e alla Sicilia”.

Faraone fa una proposta precisa: una sorta di santa alleanza contro i populismi di destra e di sinistra.
“Il contenitore del ‘tutti dentro’, con una sorta di trasformismo imperante, disgusta la gente e la allontana sempre di più dal centrosinistra. Qualcuno immagina che il rilancio del Pd passi dalla ricostruzione di un ‘partito contenitore’ ma bisogna invece costruire i contenuti con cui riempire un Pd che parli alla società”.

Faraone dice altro, teorizza una “terza via” in cui venga chiamato a raccolta “chi è altra cosa dai populismi”.
“Quel tipo di partito è stato già teorizzato e, in parte, praticato da Faraone. Noi non abbiamo bisogno di prenderci i delusi da Musumeci, che prima erano con Lombardo e Cuffaro”.

Non dimentichi che parliamo di quell’area moderata senza la quale non si vince, né in Italia né in Sicilia.
“Non ho nulla contro un partito che sia in grado di dialogare con settori moderati della società, purché quel partito abbia qualcosa da dire”.

Chiamiamo le cose con il loro nome: teme che Faraone voglia animare in Sicilia il Partito della nazione?
“Quella mi sembra un’idea politica già in ritardo rispetto agli eventi. E’ il progetto che sta mettendo in atto Salvini. In passato forse qualcuno dalle nostre parti ha pensato a una soluzione simile, ma il voto di primavera ha azzerato questa ipotesi. Il nostro elettorato ha percepito il rischio che qualcuno volesse fare un partito con Berlusconi e così, nonostante le smentite, abbiamo perso le elezioni. Il 4 marzo non ha vinto nessuno, ma sicuramente hanno perso il Pd di Renzi e Forza Italia”.

L’idea di Faraone quindi non è percorribile?
“Non credo che questo sia il modello giusto per rilanciare il Pd, anche perché ciò che è stato il partito finora assomiglia un po’ a quello che Faraone vuole rifare. Quel Pd è entrato in crisi con ampi settori della società italiana. I dem non possono continuare a essere quelli degli ultimi anni”.

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A dire il vero nella locandina di ‘Mezzogiorno tutti i giorni’, l’iniziativa di Faraone, non c’è il simbolo del Pd.
“Sono anni che Faraone organizza la sua Leopolda senza mettere il simbolo del Pd. Per lui il partito è una lista elettorale che può anche essere smentita, come avvenuto alle ultime elezioni a Palermo dove si è accettato di non schierare il simbolo”.

A proposito, al Comune si parla di un rimpasto imminente in giunta che coinvolgerebbe anche voi.
“Non ne so nulla. L’ultima volta che ho partecipato a un organismo di partito risale a prima delle Amministrative di Palermo. Di rimpasto sento parlare ogni tanto al bar, o forse è una cosa che riguarda alcuni ‘amici’ del Pd”.

Voi avete i vostri problemi, Musumeci tenta di risolvere i suoi aprendo anche al dialogo con il Movimento cinque stelle.
“Il governatore sta provando a collocarsi sull’asse leghista. I gesti non avvengono mai a caso e la sua visita al raduno di Pontida segna una disponibilità e una vicinanza a quel mondo. Ho già detto che è andata in onda la fascistizzazione della Lega. Argomenti come gli immigrati o i rom servono alla destra per crearsi un nemico e strutturare la propria identità. Su questo terreno Musumeci prova a incrociare i grillini, sperando che si possa ripetere in Sicilia lo schema che sta fallendo a Roma”.

Ci riuscirà?
“Non credo che qui in Sicilia i grillini si faranno tirare dentro al vortice che risucchierà il governatore”.

Musumeci, intanto, ha dovuto incassare l’impugnativa di diverse norme dell’ultima Finanziaria.
“E’ un governo che raccoglie farfalle. Sono passati sei mesi e arrancano, non c’è una visione complessiva”.

C’è qualche problema con i numeri a Sala d’Ercole.
“L’assenza di una maggioranza è un alibi per nascondere l’assoluta mancanza di un progetto. Molte norme volute dal governo nell’ultima manovra sono state impugnate, non basta dire ‘ci abbiamo provato’. Musumeci deve dare risposte. Attendo ancora la stabilizzazione dei Forestali, più volte annunciata in campagna elettorale, così come le altre stabilizzazioni. Hanno promesso di tutto a tutti, dimenticando che poi servono le risorse finanziarie. Attendo gli sviluppi anche della vicenda Province, enti che hanno voluto riportare in vita come un tempo, e ora ci sarà il pronunciamento della Corte costituzionale. Se anche questa legge verrà bocciata cosa farà il governatore? La verità è che si vive quotidianamente di propaganda e si fanno soltanto annunci come sui rifiuti”.

Cosa non va in questo caso?
“Il governo ha proposto una legge che riporta le lancette dell’orologio al 1986, quando in Sicilia nacquero le Province regionali individuate anche come punto di coordinamento nella gestione dei rifiuti. Lo ripeto, si vive di propaganda”.

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11 Luglio 2018, 06:04

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