02 Febbraio 2017, 18:07
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PALERMO – Tre anni e mezzo per intestazione fittizia di beni. La seconda sezione del Tribunale, presieduta da Benedetto Giaimo, ha condannato Filippo Bisconti e ha ordinato la confisca della Valentino Costruzuioni di Belmonte Mezzagno. Il pubblico ministero era Dario Scaletta. Assolti Ludovico e Pietro Bisconti, padre e fratello di Filippo, “per non avere commesso il fatto” e Francesco Valentino, intestatario dell’impresa, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Erano difesi dagli avvocati Rocco Chinnici, Jimmy D’Azzò e Pietro Sapienza.
Nel marzo 2015 Filippo Bisconti era stato arrestato, e subito scarcerato, con l’accusa di essere il reggente della famiglia di Belmonte Mezzagno. Secondo il giudice per le indagini preliminari, non c’erano i gravi indizi di colpevolezza. Di lui parlavano tre collaboratori di giustizia: Sergio Flamia, Salvatore Sollima e Antonino Zarcone. Solo Flamia, però, dichiarava di conoscerlo personalmente, ma avrebbe dei motivi di risentimento personale nei confronti di Bisconti. Gli altri due collaboratori, invece, metterebbero a verbale circostanze che conoscono de relato. Ad esempio, il presunto, coinvolgimento di Bisconti nell’affare per la costruzione di un palazzo nella zona di Acqua dei Corsari.
Qualche mese fa la sezione Misure di prevenzione gli ha sequestrato beni e società per un valore di sette milioni di euro.
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02 Febbraio 2017, 18:07