23 Luglio 2024, 19:49
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ROMA – È stato intitolato a Boris Giuliano, nella giornata di oggi, martedì 23 luglio, il centro studi internazionale presso la Scuola superiore di polizia. Boris Giuliano fu ucciso a Palermo dalla mafia nel 1979, quando era a capo della squadra mobile del capoluogo.
“Oggi, se il sistema sicurezza e giudiziario di questo Paese è in grado di contrastare le organizzazioni criminali, quali quelle mafiose, lo si deve al sacrificio di persone come Boris Giuliano: egli ha aperto la strada della lotta alla mafia, con metodi d’indagine innovativi e diffondendo tra gli addetti ai lavori la consapevolezza che il contrasto alle organizzazioni mafiose, anche sul fronte internazionale, fosse possibile”. Lo ha detto il capo della polizia, Vittorio Pisani, nel suo intervento alla cerimonia di intitolazione.
Pisani ha ricordato che Boris Giuliano fu il primo investigatore della polizia di Stato ucciso da “cosa nostra”; fu il primo dirigente di una Squadra Mobile ucciso dalla criminalità organizzata. In un tempo nel quale, gli apparati investigativi erano ancora privi degli strumenti giuridici e tecnologici moderni.
Il capo della polizia ha esaltato la visione internazionale di Boris Giuliano, all’avanguardia per quegli anni, che aveva ricostruito i legami tra cosa nostra siciliana e la corrispondente organizzazione americana.
“Un lavoro meticoloso – ha sottolineato – svolto con un metodo investigativo, ricostruttivo-indiziario, che Boris Giuliano non aveva imparato da nessuno, anzi che lui ha inventato e che ha lasciato a noi in eredità. Ecco perché il suo sacrificio per gli investigatori della polizia di Stato ha un valore diverso: per il metodo di lavoro che lui ci ha donato e sul quale noi tutti ci siamo nel tempo formati”.
“Grazie al suo eccezionale fiuto investigativo Boris Giuliano seppe comprendere con lungimiranza che gli interessi della mafia superavano i confini nazionali, proiettandosi in un mercato globale grazie ad una rete di alleanze sempre più sofisticata tra le due sponde dell’Atlantico”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo anche lui alla cerimonia di intitolazione del Centro studi internazionale presso la Scuola superiore di polizia alla memoria di Boris Giuliano.
Inaugurato anche il Boris Giuliano Lab, Learn act build, ideato dalla fondazione Scintille di Futuro, laboratorio di studio ed approfondimento per studenti universitari, che affronta in maniera multidisciplinare il tema della criminalità organizzata transnazionale tra Italia e Stati Uniti. Sono stati inoltre scoperti un busto ed una targa in suo onore.
“Oggi – ha proseguito Piantedosi – intitoliamo a lui questo Centro e, con l’inaugurazione del Learn Act Build, consolidiamo quella collaborazione transoceanica che proprio con Boris Giuliano prese l’avvio e che oggi rappresenta un fiore all’occhiello delle attività investigative del nostro Paese”.
“Le sue indagini hanno fatto segnare una svolta nella lotta contro il crimine organizzato. E la sua eredità non è andata perduta. Al contrario – ha concluso Piantedosi -, ha acceso una fiamma di speranza e di rinnovata determinazione nella lotta contro la mafia”.
“Dobbiamo inchinarci davanti al ricordo di un servitore dello Stato come Boris Giuliano, segnato dalla solitudine della vittima in un tempo in cui la maggioranza degli apparati giudiziari ed investigativi si dedicava all’ordinaria amministrazione rendendo così evidenti i morituri, quelli che sarebbero morti”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, intervenendo alla cerimonia.
“È stato – ha ricordato – un uomo esposto alla rappresaglia mafiosa che si scatena quando la vittima è isolata. Fu il primo a scorgere il ruolo di Cosa nostra nel traffico di droga, il primo a sottolineare l’importanza della cooperazione internazionale”.
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23 Luglio 2024, 19:49