Intrecci tra politici e burocrati | I pm indagano sul Piano rifiuti - Live Sicilia

Intrecci tra politici e burocrati | I pm indagano sul Piano rifiuti

Due i filoni dell'inchiesta. La questione emerge anche dal verbale con le dichiarazioni dell'assessore Cordaro.

Si lavora sotto traccia. C’è un’inchiesta che arriva fin dentro i palazzi del potere regionale. Le attenzioni dei magistrati palermitani si concentrano sulla gestione dei rifiuti e sul piano della Regione siciliana. Un piano non ancora operativo, ma attorno al quale si sarebbero concentrati interessi illeciti. Oppure il contrario: la mancata entrata in vigore ha finito per favorire qualcuno che ha operato in un perenne stato di emergenza.

Che i rifiuti abbiano attirato gli interessi della criminalità è un fatto storico, acclarato in inchieste e processi, nel corso dei quali sono emersi anche accordi corruttivi con alti burocrati.

La spia evidente dell’inchiesta in corso arriva dal verbale di sommarie informazioni rese nei giorni scorsi dall’assessore regionale al territorio ambiente Toto Cordaro. Come raccontato ieri da Livesicilia Cordaro a fine novembre è stato sentito come persona informata sui fatti dai pm che indagano sul giro di mazzette per gli impianti di biometano del duo Paolo Arata e Vito Nicastri. Al termine delle informazioni raccolte, il procuratore aggiunto Paolo Guido e il sostituto Gianluca De Leo rivolgono una domanda precisa a Cordaro. Domanda che non conosciamo perché non è stata trascritta nel verbale riassuntivo, ma conosciamo la risposta dell’assessore: “Con il riferimento al piano regionale dei rifiuti specifico che è il dipartimento Acque e rifiuti a predisporre il piano che poi viene inviato all’assessore ai rifiuti che poi a sua volta lo invia alla giunta per un apprezzamento. Il procedimento prevede poi una serie di ulteriori passaggi tra cui quello definitivo della giunta”.

Sicuramente quello delle energie alternative è un settore che fa parte del Piano rifiuti regionale. Sugli impianti di biometano si erano concentrati i recenti affari di Arata e Nicastri. Ma non è il solo tema dell’inchiesta. Un’inchiesta che si muove su due filoni. Da una parte quello con cui si sta cercando di accertare eventuali pressioni affinché il piano prevedesse passaggi favorevoli ad alcune imprese. Nicastri è storicamente in collegamento con le famiglie mafiose trapanesi. Non a caso è ormai definitivo il provvedimento di confisca di uno sterminato patrimonio e Nicastri è stato di recente condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Sulla gestione dei rifiuti in generale e sul piano in particolare, però, lavora anche un altro gruppo di magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione. Ed ecco il secondo filone dell’inchiesta che procede in gran segreto, quello che sta cercando di accertare possibili intrecci perversi che coinvolgono politici e burocrati.

Oggi, come detto, il Piano rifiuti in Sicilia del governo Musumeci non è ancora operativo. Il documento, infatti, sta seguendo il tortuoso iter che porterà alla definitiva approvazione. L’ultimo passaggio formale, al momento, è stato il via libera giunto dalla commissione Via-Vas, presieduta dal professor Aurelio Angelini. L’approvazione è dello scorso 27 novembre. “Si consuma – ha sottolineato in quei giorni il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – un’altra tappa del percorso che porterà a un riforma indispensabile, pensata per chiudere definitivamente con un passato fatto di continue emergenze”. Come detto, però, la partita non è ancora chiusa. Il Piano ha visto la luce in giunta di governo il 20 dicembre del 2018. Ma prima della piena operatività serviranno altri passaggi.

Poco più di un anno fa, una nota di Palazzo d’Orleans brindava all’approvazione in giunta di quello “strumento ordinario che recepisce tutti gli aspetti previsti dalla normativa e gli elementi di novità contenuti nelle quattro direttive dell’Unione europea sull’economia circolare – prevenzione, riuso, recupero di materia e di energia, smaltimento – in forte anticipo sulla scadenza prevista per l’adeguamento, fissata al 4 luglio del 2019”. Il Piano é strutturato – spiegava il governo – in modo da devolvere agli Enti locali, Comuni e Liberi consorzi, la gestione diretta del ciclo rifiuti. Alla Regione spetterà il ruolo di indirizzo, controllo e regolamentazione. Ma nel Piano ovviamente c’è anche tutta la parte che riguarda gli impianti. Ed è forse questo un altro degli aspetti che potrebbe maggiormente interessare gli inquirenti.

Adesso, dopo un passaggio dalla Commissione Ambiente dell’Ars (che esprimerà un parere non vincolante), il testo passa all’Ufficio legislativo e legale della Regione per un parere. Testo e pareri verranno quindi girati al Consiglio di giustizia amministrativa che si esprimerà probabilmente nel giro di un paio di mesi. Quindi il Piano verrà emanato con un decreto del Presidente della Regione e inviato alla Corte dei conti. La piena operatività scatterà con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Ma sul Piano incombe già un’inchiesta dei pm palermitani.


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