06 Ottobre 2013, 06:00
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CATANIA – Sarà celebrata il 23 ottobre davanti al Gup del Tribunale di Catania Marina Rizza l’udienza preliminare che vede imputato per omicidio colposo Salvatore Saraceno, originario di Belpasso. L’uomo, nel luglio dello scorso anno, ha investito e ucciso Daniele Samperisi, giovane allievo agente di polizia penitenziaria. A chiedere il rinvio a giudizio il pubblico ministero Rosaria Molè. Il 23enne giarrese è stato travolto mentre si recava, come ogni mattina, nella Scuola di polizia penitenziaria di San Pietro Clarenza, la cui Aula magna è stata recentemente intitolata alla sua memoria.
L’automobile guidata dall’imputato sarebbe uscita contromano da una piazzola, a meno di un chilometro dalla scuola, centrando la moto sulla quale viaggiava la vittima. Pochi minuti e Daniele avrebbe raggiunto i colleghi, sfuggendo a quel terribile destino. Dai successivi riscontri sarebbe emerso che l’auto dell’imputato era priva di assicurazione. Ricoverato all’ospedale Garibaldi di Catania, il 23enne è deceduto dopo otto giorni di coma. Cuore, reni, fegato e pancreas sono stati espiantati dal suo giovane corpo e trapiantati in quattro pazienti gravi.
Quattro persone a cui ha regalato una nuova vita, mentre la sua era lentamente scivolata via. I genitori non hanno fatto altro che rispettare la volontà di quel figlio così generoso e risoluto da decidere, a soli 20 anni, di iscriversi alla banca dati nazionale dell’Aido. Daniele, nelle ore in cui combatteva tra la vita e la morte, avrebbe dovuto prestare giuramento ed indossare finalmente la divisa da agente. Ma il suo sogno si è spezzato ed i familiari adesso vogliono sapere come sia potuto accadere. Ricostruire i minuti precedenti a quel tragico incidente e accertare la verità non saranno sufficienti a dare un senso ad una morte così assurda, ma ristabilire la giustizia resta un imperativo per quanti amavano Daniele.
Per questo tra venti giorni, nel corso dell’udienza preliminare, la famiglia Samperisi, assistita dal legale Enzo Iofrida, si costituirà parte civile. Si dice fiducioso il legale della difesa Vincenzo Drago, che assiste Salvatore Saraceno insieme all’avvocato Giuseppe Ira. “Siamo sereni sull’insussistenza del nesso di causalità tra il fatto e l’evento morte – dichiara Vincenzo Drago – Inoltre il Pm contesta ancora la violazione del Codice della Strada nonostante la sanzione sia stata annullata con una sentenza passata in giudicato dal Giudice di Pace di Mascalucia”.
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06 Ottobre 2013, 06:00