18 Marzo 2019, 13:08
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PALERMO – Era in Italia da trent’anni. A Palermo viveva con la moglie e i due figli di 16 e 12 anni ed era un vero e proprio punto di riferimento per la comunità bengalese in città. Dava una mano ai suoi connazionali per affrontare piccoli e grandi problemi, in tanti sapevano di poter contare su di lui per la sua grande esperienza. Negli ultimi anni aveva aperto un negozio nel cuore del centro storico, a pochi metri dal luogo in cui la sua vita è stata spezzata.
Muhit Chowdhllry, originario del Bangladesh, è stato investito da un pirata della strada sabato sera, stava per attraversare in via Roma, di fronte alla Rinascente, quando una Smart bianca lo ha travolto. Un impatto terribile che ha ridotto in frantumi il parabrezza della macchina e non ha lasciato scampo all’uomo, scaraventato per terra. Alla guida dell’auto, un ventenne che si è dato alla fuga, ma che è stato individuato alcune ore dopo dalla polizia municipale. Aveva tentato di far perder le tracce del mezzo, parcheggiandolo in un vicolo nei pressi di via Candelai. Poi era andato a casa, nella zona del Capo, e non avrebbe detto nulla alla madre, a cui la Smart è intestata.
Ha ammesso di aver investito il pedone e di essere scappato per paura: in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, prevista per giovedì, si trova ai domiciliari. “Questa tragedia ci priva di una persona speciale – dice Alamin Md, consigliere della Consulta delle Culture del Comune di Palermo – perché Muhit era un uomo benvoluto da tutti. Amava la sua famiglia, sua moglie e i suoi figli erano la sua vita. Era sempre disposto ad aiutare la comunità, che negli ultimi vent’anni ha assistito su tutti i fronti, gli piaceva la politica. Intorno al 2003 si era impegnato molto per aiutare le famiglie bengalesi che a Palermo stavano attraversando un periodo particolarmente critico. E mancherà a tutti profondamente. La moglie, che ha soltanto 44 anni – prosegue – è adesso disperata. Ora si ritrova da sola con i suoi figli”.
Il negozio di accessori per cellulari e bigiotteria di Muhit si trova in via Maqueda, accanto alla Galleria delle Vittorie. Sabato sera lo aveva chiuso da pochi minuti, per tornare poi a casa alla Vucciria. La moglie e i figli erano a cena da un amico di famiglia, li avrebbe successivamente raggiunti, ma è successo l’imprevedibile. La notizia della morte di Muhit ha gettato tutta la comunità bengalese nello sconforto, ma non solo. “Ieri – sottolinea Alamid Md – abbiamo organizzato un momento di preghiera in moschea e sono arrivate centinaia di persone. Moltissimi palermitani gli volevano bene, d’altronde era un uomo dalle grandissime qualità”.
“In questo tragico incidente stradale – dice Rosario Filoramo – è morto un palermitano, un mio amico. Mi offriva spesso il caffè, un giorno entrai nella sua bottega e mi invitò a bere dalla sua stessa tazzina, un segno di condivisione bellissimo. Era un uomo molto intelligente”. In tanti manifestano il proprio dolore attraverso un messaggio, una fotografia del commerciante bengalese che amava la politica. “Lo ricordo nel suo negozio – scrive Francesco – era sempre gentile ed accogliente”. “Quando passavo da lui, in via Maqueda – aggiunge Roberto – anche a me offriva sempre il caffè. Ieri ho accompagnato il fratello della moglie nella loro casa, ho trascorso un po’ di tempo con loro”. E lì, a pochi metri dalla Galleria delle Vittorie, i connazionali di Muhit sono sotto choc: “Quando sono arrivato a Palermo – dice Mohammed che con la moglie gestisce un piccolo minimarket – mi ha subito accolto ed aiutato. Ormai sono passati dieci anni, ma ricordo come fosse ieri l’enorme disponibilità di questo grande uomo che terremo sempre nel nostro cuore”.
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18 Marzo 2019, 13:08