11 Gennaio 2012, 07:46
3 min di lettura
“L’indennità ai deputati? Penso che potrebbe essere abolita”. La provocazione, perché di questo si tratta, arriva da Guglielmo Scammacca della Bruca, il deputato più ricco dell’Ars. “Non sono il più ricco, sono quello che, semplicemente, ha il reddito più alto”, precisa. Signore della sanità privata catanese, Scammacca della Bruca in questa legislatura è stato eletto tra le fila del Pdl, ma, dopo essere stato a lungo nel gruppo misto, da poche settimane è passato all’Mpa di Raffaele Lombardo.
Il deputato, in un’ampia intervista pubblicata sul mensile “I love Sicilia”, non nasconde il proprio gusto per la “punzecchiatura”, specie nei confronti dei colleghi che compongono la cosiddetta “casta della politica”: “Quando ero assessore del governo Cuffaro, ad esempio, – racconta – spesso mi presentavo agli incontri istituzionali senza auto blu e autista. Questo suscitava addirittura stupore. Ma io – aggiunge – volevo semplicemente andare oltre il luogo comune, lo stereotipo del ‘politico classico’. Credo che i politici dovrebbero apparire più normali. In effetti nel libro di Gian Antonio Stella (‘La casta’, appunto, ndr) ci sono pure finito. Eppure, ritengo che alcuni ‘accessori’ della politica siano davvero eccessivi. Pensi alle scorte. Le hanno in troppi. Sono degli ‘status symbol'”.
Insomma, si può essere (un po’) indignati anche stando all’interno del Palazzo, in una posizione privilegiata. E secondo Scammacca, i veri eccessi intollerabili della politica non andrebbero cercati nelle cifre delle indennità: “Penso – spiega Scammacca – alla facoltà dei parlamentari di scegliere la persona alla quale girare la reversibilità. I deputati pretendono questo privilegio, ma poi votano perché non si estenda alle altre persone”. Per la verità, una proposta per la riduzione degli stipendi dei politici lo stesso deputato l’aveva presentata: ““Proposi di parametrare l’indennità ai cinque anni di reddito precedente. La politica deve essere un servizio. Non può essere il mezzo per arricchirsi”.
Anche perché non è che tutti si “ammazzino di lavoro” in Assemblea. E tra questi, a dire il vero, lo stesso Scammacca, che in questa legislatura ha prodotto appena due interrogazioni: “Ho attraversato – racconta – un periodo in cui mi ero disinnamorato della politica. Negli ultimi dieci anni il parlamento sotto alcuni aspetti, è di molto peggiorato. Spesso non funziona. E mi rendo conto di aver contribuito anch’io, nell’ultima legislatura, facendo poco in termini di ‘lavoro’. Ma certi aspetti – prosegue – che sembrano solo formali, sono invece ‘di sostanza’: mi riferisco alla puntualità vicina allo zero, alle assenze di massa nelle commissioni, a un’Aula che è un’Agorà, dove ognuno dice la sua, in maniera a volte disordinata”.
Ma Scammacca sa bene come liberarsi delle scorie della politica. Per farlo, infatti, si serve dell’unico lusso al quale non saprebbe mai rinunciare: “La casa in cui sono nato e cresciuto, con un ampio giardino. Sapere che, una volta uscito dalla porta sono ancora a casa mia, è una sensazione che non ha prezzo”. Per tutto il resto, come suggerisce la pubblicità, c’è la carta di credito. Scammacca della Bruca, come detto, è il più ricco dell’Ars con i suoi 746.330 euro dichiarati, oltre a trentacinque case. “Anche sui fabbricati di mia proprietà, è meglio precisare. Non sono 35 case, ma 35 particelle immobiliari. Tra queste c’è, ad esempio, una vecchia cantina, o un garage”. E non mancano ovviamente le presenze nei cda di diverse società, soprattutto nell’ambito della sanità privata: Si tratta, dichiarazione dei redditi alla mano, della Lisafin srl, Carmide srl, Carmide Finanziaria srl, Villa dei Gerani srl. “Ma ho deciso – spiega il deputato – di abbandonare un altro cda (quello della casa di Cura Musmeci, ndr), che gestiva quattro case di cura, oltre ad altri presìdi di diagnostica, radiologia… oggi mi occupo principalmente di riabilitazione”.
L’intervista a Guglielmo Scammacca della Bruca, pubblicata su I Love Sicilia, “accompagna” un servizio sulle dichiarazioni dei redditi dei 90 deputati dell’Ars. Quanto guadagnano, quante case e auto possiedono, in quali cda siedono. E qualche curiosità, come quella che riguarda Nunzio Cappadona, capogruppo di Aps, il più ricco nella scorsa legislatura (nel 2006 ha dichiarato 480 mila euro), e il più povero in questa con i suoi 33.943: “Quando sono stato eletto – spiega – ho dovuto lasciare, a causa di incompatibilità, il ruolo di amministratore di diverse aziende. Sono un caso unico. La mia famiglia – scherza – mi rimprovera ancora”.
Pubblicato il
11 Gennaio 2012, 07:46