05 Marzo 2013, 16:04
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PALERMO – Tutto rinviato di una settimana. L’assemblea dei soci, programmata per oggi, si terrà invece mercoledì prossimo. Fino a quel momento, dunque, il presidente dimissionario Francesco Maiolini resterà alla guida di Irfis-Finsicilia, l’ex l’istituto regionale di mediocredito, oggi società finanziaria specializzata nel credito agevolato e nella erogazione di Fondi regionali.
Dopo aver presentato le dimissioni lo scorso 9 novembre (respinte dal presidente della Regione, Rosario Crocetta), Maiolini ha infatti riconfermato la sua volontà di lasciare la poltrona integrando l’ordine del giorno dell’assemblea dei soci. “Per un fatto di serietà – aveva detto Maiolini – ho presentato le dimissioni, visto che sono stato nominato da un governo che non è più in carica. Avevo dichiarato che non sarei andato oltre l’approvazione del bilancio dell’Irfis che sarà discusso in occasione dell’assemblea. Per questo motivo, ho ritenuto doveroso integrare l’ordine del giorno dei lavori con l’elezione del nuovo presidente, anche in considerazione del fatto che a nominarmi è stato il vecchio presidente Raffaele Lombardo”.
Un momento delicato per Irfis che attende ancora di sapere “che cosa farà da grande”. Nata come società finanziaria, sotto la presidenza di Maiolini ha aggiustato il tiro e, nel Piano strategico 2012-2014 svelato dal mensile “S”, si parla di holding finanziaria nella quale far confluire anche Sviluppo Italia Sicilia e Finsicilia sgr (ossia Cape Regione Siciliana, la società di private equity attualmente in amministrazione straordinaria e per questo non ancora acquisibile).
In particolare, si legge nel Piano, “l’attività primaria di Irfis dovrebbe essere ricondotta all’erogazione del credito. Altre attività di servizio quali ad esempio la gestione dei fondi agevolativi, pur essendo importanti, consentono solo parzialmente di raggiungere gli scopi operativi che, a suo tempo, determinarono l’autorizzazione della Banca d’Italia per l’iscrizione all’albo previsto dall’art. 107 del Testo unico bancario”. Ossia quello degli intermediari finanziari. Ma per andare avanti occorre innanzitutto il via libera di Bankitalia. Cosa che, al momento, non sembra così scontata.
Intanto, oggi, la finanziaria regionale è stata tirata in ballo dal presidente Crocetta in merito al progetto ‘Trinacria bond’, ossia una emissione obbligazionaria che dovrebbe servire per finanziare almeno una parte del debito nei confronti delle imprese, che vantano crediti per circa 2 miliardi nei confronti della Regione (sale a 6 miliardi sull’intera amministrazione pubblica siciliana). Ma anche su questo fronte, la strada non sembra così semplice da percorrere.
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05 Marzo 2013, 16:04