10 Settembre 2010, 17:05
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Basta, si fa sciopero. I calciatori protestano contro la posizione della Lega di A sul rinnovo del contratto collettivo. L’astensione è stata proclamata per la quinta giornata del 25-26 settembre. La decisione dei giocatori di incrociare le gambe ha scatenato un vespaio di critiche nei loro confronti. Il più duro come sempre è il presidente Maurizio Zamparini che dice: “Una cosa ridicola, come è ridicolo Campana (Sergio, presidente Aic, ndr). Questi ragazzi che sono giovani sono in balia di quattro stupidotti, noi abbiamo messo un programma sul quale ci siederemo poi a discutere -ha aggiunto Zamparini-, se loro invece pensano di partire da una posizione di forza, mi auguro che il calcio italiano prenda spunto dalla Nba di dieci anni fa, faccia una serrata e li mandi tutti a casa. Speriamo ci sia qualcuno di buon senso che si metta al tavolo a discutere le cose giuste, perchè la Lega non vuole cose ingiuste”. Si accoda alle dichiarazioni di Zamparini, anche il presidente del Brescia, Gino Corioni: “La cosa più assurda che potessero fare. I presidenti di serie A questa volta hanno capito che non si può dar sempre ragione a gente che guadagna anche milioni di euro all’anno – ha detto Corioni a CNR Media-. Nessuno di noi vuole rubare niente: si tratta di cambiare delle vecchie regole che sono in vigore da cinquant’anni. Fare lo sciopero invece di cercare di capire è sempre la cosa più superata che una categoria può fare, ancora più scandolosa se lo fanno i calciatori. Io spero che i presidenti non cedano a questi ricatti”. Anche l’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, punta il dito contro gli “scioperanti”. “Bisognerebbe domandare un parere ai lavoratori della Fiat di Termini Imerese. Tutti hanno diritto a manifestare i propri pensieri e le proprie idee, però la parola sciopero, riferita ai calciatori che è gente che dalla vita, dal punto di vista economico, ha avuto proprio tutto, mi mette addosso un’agitazione profonda. Se poi le cose devono andare come dicono loro, dico che la situazione del nostro calcio è gravissima e pesantissima”. A tutte queste critiche ribatte il presidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori) Sergio Campana: “In tanti anni non avevo visto una presa di posizione così diretta e così universale. Si parla di trasferimenti che non si possono rifiutare e di giocatori che possono essere messi fuori rosa. Poi c’è la questione relativa alla tutela sanitaria. Secondo il nuovo quadro, la società può obbligare un giocatore a rivolgersi ai propri medici. Se il giocatore ne sceglie altri, come è sempre stato possibile con il contributo finanziario del club, dovrebbe sostenere da solo le spese”.
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10 Settembre 2010, 17:05