06 Maggio 2016, 06:00
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PALERMO – È la guerra dell’Irsap. Un conflitto che da mesi si combatte attorno all’Istituto nel quale dovevano confluire le undici Aree di sviluppo industriale, e rimasto sostanzialmente al palo, tra accuse, polemiche, veleni. Gli ultimi, dispensati martedì scorso, durante la seduta dell’Aula, dalla vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello: “Diciamo la verità, questo ente non è mai partito, non ha mai funzionato”. La coda di una “crociata” avviata dal governo regionale già in commissione bilancio qualche settimana fa, dove la Lo Bello ha puntato il dito contro gli incarichi legali conferiti dall’ex presidente Alfonso Cicero. Ma alle accuse della Lo Bello, stavolta, ha deciso di reagire chi ha voluto la nascita dell’Irsap, cioè l’ex assessore alle Attività produttive Marco Venturi. E le sue parole sono un vero e proprio atto d’accusa: “Siamo di fronte a una vergognosa campagna denigratoria e ritorsiva che ha unicamente il compito di soddisfare precisi cointeressi, scopi e ‘sistemi’”.
Tornerà spesso, nell’invettiva di Venturi, quella parola: “sistemi”. E fa un po’ impressione, se si pensa che fino a due anni fa, la Confindustria e il governatore Crocetta sembravano rappresentare un blocco monolitico e inscalfibile. Da un po’, tutto è saltato. E proprio Venturi, dopo anni di amicizia e di lavoro al fianco di Antonello Montante, aveva dato fuoco alle polveri con una intervista al quotidiano La Repubblica, nella quale difendeva appunto Cicero ma soprattutto allungava ombre pesantissime verso lo stesso Crocetta e sul presidente di Confindustria Sicilia finito dentro una inchiesta per concorso esterno in mafia. Da lì, un incrocio di esposti e denunce. Il cui contenuto è rimasto segreto nelle carte. Da un lato, quelli di Venturi e Cicero riguardanti anche le “indicibili richieste” che sarebbero state avanzate da Crocetta nei confronti di Cicero. Dall’altra, filtra dall’assessorato alle Attività produttive, si starebbero esaminando segnalazioni a carico dello stesso Cicero. Che Venturi difende con forza. Una difesa che si traduce in un attacco a Mariella Lo Bello. E quindi, di fatto, al presidente Crocetta.
Il fallimento dell’Irsap
“Da diversi mesi, – dichiara Venturi – l’assessore delle attività produttive, Maria Lo Bello, oltre ad omettere clamorosamente l’adozione di precisi atti a tutela dell’ente e del settore delle attività produttive, diffonde alla stampa una serie di bugie allo scopo di sviare la realtà e, contestualmente, perseguire precisi “disegni” che nulla hanno a che vedere con l’interesse pubblico”. L’affondo è diretto, insomma. Ci sarebbe un “disegno” dietro la delegittimazione di Cicero e gli attacchi all’Irsap, ribaditi a Sala d’Ercole dalla Lo Bello che “dovrebbe spiegare – prosegue Venturi – in tutte le sedi perchè da ben nove mesi l’Irsap ed i Consorzi in liquidazione non hanno un loro rappresentante legale e, dal lontano novembre 2014, non sono dotati neanche di un direttore generale. Nomine che, per legge, sono di esclusiva competenza del governo regionale”.
Ma l’ente è senza un vero capo dalle dimissioni di Cicero. Dopo il “gran rifiuto” di Alessandra Di Liberto, infatti, oggi l’Irsap è guidato da un commissario ad acta, Maria Grazia Brandara, segretario particolare della stessa Lo Bello. “Un inspiegabile ‘groviglio’ – secondo Venturi – , di cui sono evidenti le macroscopiche irregolarità ed i danni per l’ente”. Danni legati a “nomine illegali, mancati insediamenti, oscurità ed irresponsabilità amministrative, una dietro l’altra ed a cascata, con l’aggravante che, dall’ottobre 2015, il Commissario ad acta, Brandara, ed il vice direttore, Carlmelo Viavattene, nominato illegittimamente alcuni giorni fa dalla medesima Brandara, adottano molteplici atti di esclusiva competenza del rappresentante legale e del direttore generale, senza averne le relative funzioni”.
Una guerra, dicevamo, che ha anche aspetti “simbolici”. Come quello riguardante la creazione di una sede operativa dell’Irsap a Caltanissetta, città di Venturi e Cicero. “Siamo dell’idea – ha detto in Aula Mariella Lo Bello – che la sede dell’Irsap debba essere a Palermo”. Insomma, cancellare anche geograficamente il segno della Confindustria nissena sull’Istituto nato all’ombra del governatore Raffaele Lombardo, di cui Venturi è stato, appunto, assessore, prima di una polemica “rottura” quasi alla fine della legislatura. Anche in quei giorni, il casus belli su rappresentato proprio dalle nomine al vertice dell’Irsap. Ente sul quale già si allungavano le ombre – raccolte anche in qualche esposto – sugli interessi relativi ai terreni delle ex Asi e ai capannoni industriali.
Il “sistema”
C’è poi, nelle parole di Venturi, il riferimento a tre “fatti” che potrebbero, in questo momento, preoccupare e distrarre la Lo Bello: “i casi delle Camere di commercio, di Unioncamere Sicilia e dei rifiuti”. Anche in questo caso il riferimento è frutto della guerra intestina in Confindustria. Ma la vicepresidente della Regione, secondo l’ex assessore, sarebbe anche “assalita dall’ansia di dimostrare, al suo ‘sistema’, i nuovi ‘alti meriti’ conquistati con la nuova poltrona assessoriale”. La terza in tre anni, ricorda non senza sarcasmo Venturi.A pensarci bene, però, la nomina della Lo Bello è anche la prima a interrompere il lungo controllo diretto della Confindustria sulle Attività produttive: prima, appunto, con Venturi, poi con Linda Vancheri.
“La Lo Bello, – insiste Venturi – secondo precisi ‘disegni’ che appartengono al suo ‘sistema’, vuole dimostrare che la riforma delle Asi e l’avvio dell’Irsap sono state un fallimento. Nel frattempo, sempre senza alcun imbarazzo, preparava un emendamento alla finanziaria per piazzare alcuni amici del suo ‘sistema’ alla guida delle aree industriali e peraltro, aspetto altrettanto grave, senza riuscire a fare assegnare all’Irsap, nel Dpef già approvato, un contributo dignitoso per assicurare gli stipendi, i servizi alle imprese e gli oneri obbligatori per l’anno 2016”. Venturi poi accusa la Regione di non aver compiuto i piani di trasferimento dei beni, che avrebbero consentito di ripianare i debiti milionari dei Consorzi Asi, e di non aver approvato la nuova pianta organica che si sarebbe tradotta anche in un taglio per i mega stipendi dei dirigenti Irsap. Accuse, quelle di Venturi, che arrivano proprio nei giorni in cui all’assessorato delle Attività produttive sarebbero giunte notizie di esposti e denunce relativi proprio a una gestione troppo “disinvolta” dell’Irsap da parte dell’ex presidente Cicero.
Gli incarichi legali
E così l’attacco di Venturi è anche una difesa di Cicero sul tema, ad esempio, degli incarichi legali all’Irsap sui quali proprio Mariella Lo Bello ha puntato il dito recentemente in Commissione bilancio. Venturi sottolinea che “più del 90% dei contenziosi provengono dagli ex Consorzi Asi che, diversamente da come ha operato in modo trasparente dall’Irsap, affidavano incarichi legali alla solita cerchia di amici, attribuendo maxi parcelle”. E sul tema, secondo Venturi, la Lo Bello avrebbe anche mentito: i milioni (circa 4 in tre anni) di spesa denunciati dalla Lo Bello non esistono: “Alleghi i mandati di pagamento”, la provocazione di Venturi. La spesa in tre anni sarebbe stata di gran lunga inferiore: “Qualche centianio di migliaia di euro per le spese obbligatorie ed indispensabili per tutelare gli ex Consorzi nelle sedi giudiziarie”. Non mancano poi i riferimenti a “particolari interessi del ‘passato’” sull’Irsap, “come nel caso – insiste Venturi rivolgendosi alla Lo Bello – della sua realtà agrigentina, in cui la stessa ricopriva il ruolo di consigliere di amministrazione del Consorzio Asi”. Un labirinto di accuse e veleni. Dove non manca, ovviamente,“la doverosa attività di denuncia intrapresa in questi anni dall’ex presidente Cicero contro i sistemi affaristico-mafiosi, che ha svolto con grande determinazione, nell’assoluto isolamento, e soltanto con il sostegno degli organi dello Stato”. Cicero che nel frattempo, fa sapere Venturi, ha fatto partire un nuovo esposto, proprio contro la Lo Bello per “diffamazione aggravata”. La nuova lite, tra gli ex amici. L’ultima, almeno fino a oggi. Perché la guerra dell’Irsap è ancora all’inizio.
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06 Maggio 2016, 06:00