Isis, il marchio del terrore | Vi spieghiamo che cos’è

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19 Marzo 2015, 18:48

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 COS’È L’ISIS?

L’ISIS è un’organizzazione composta da estremisti e terroristi islamisti sunniti, molto attiva sul territorio siriano e iracheno. Combatte con lo scopo di ‘purificare’ il mondo musulmano e per far ciò utilizza metodi brutali. Considera il Jihad globale un dovere di ogni musulmano. Definisce se stessa come “stato” e non come semplice gruppo organizzato. Alla testa dell’ISIS oggi vi è Abu Bakr al-Baghdadi che nel mese di giugno 2014 ha istituito un califfato nei territori sotto il suo dominio, che comprendono l’area che si estende da Aleppo alla regione di Diyala, ossia tra la Siria e l’Iraq, un territorio di circa 35 mila chilometri quadrati con circa 6 milioni di persone sotto il controllo e l’autorità dell’organizzazione. Hanno aderito alla causa, o sono stati costretti a farlo, circa 30.000 combattenti, molti di loro sono giovani ragazzi in cerca di un lavoro, parlano inglese, sono partiti con regolare passaporto europeo da Londra, Berlino, Parigi, Bruxelles e qualcun anche dalla Spagna e dall’Italia attratti dalla propaganda jihadista.

EVOLUZIONE STORICA, COME NASCE L’ISIS?

Dal 2005 in Iraq imperversava un gruppo terrorista chiamato “Stato Islamico” il cui leader Abu Bakr Al Baghdadi era detenuto a Camp Bucca, un reparto militare in Iraq sotto il controllo americano. Nel 2009 la base è passata sotto il controllo iracheno che ha deciso di liberare Al Baghdadi. Nel 2010 Al Baghdadi diventa il leader del gruppo terrorista ISI (Stato Islamico dell’Iraq, costola distaccata da Al-Qaida) che successivamente diventa ISIS (Stato Islamico dell’Iraq e della Siria), conosciuto anche come ISIL (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante) e che da un po’ di tempo, in favore dell’espansione del gruppo e della proclamazione del Califfato in Iraq che ha annunciato una nuova jihad internazionale, diventa semplicemente IS ossia “Stato Islamico”.

L’ISIS nasce nel 2013 e proviene da una divisione di Al-Qaida, l’organizzazione di Osama Bin Laden. Durante la guerra civile in Siria si sono verificati scontri tra l’ISIS e il gruppo jihadista Jabhat al Nusra, comandato dal leader Abu Mohammed Al-Golani, molto attivo contro Bashar Assad. Mentre Jabhat al Nusra è effettivamente riconosciuto da Al-Qaida, la stessa cosa non vale per lo Stato Islamico. Il vice di Bin Laden, il medico egiziano Al Zawairi (che prenderà il comando di al-Qaida alla morte di Bin Laden), non approva alcune azione dell’IS considerate troppo efferate e spietate anche per un’organizzazione assassina come Al-Qaida.

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DALLA PRIMAVERA ARABA ALL’ISIS

Nel 2010 è stata innescata in Tunisia un’ondata di proteste passate alla storia come Primavera Araba, successivamente propagatasi nella maggior parte dei paesi della Lega degli Stati Arabi e della regione del Nordafrica. Le sommosse avevano l’obiettivo di promuovere un cambiamento verso la democrazia, e per raggiungere tali intenti nel 2011 l’ex presidente della Tunisia Ben Ali, dopo venticinque anni di dittatura è stato costretto alle dimissioni e alla fuga in Arabia Saudita; l’ex presidente dell’Egitto Mubarak è stato costretto a presentare le dimissioni; in Libia Gheddafi, in fuga da Tripoli a Sirte, è stato catturato e ucciso; infine la sorte delle dimissioni è capitata anche al presidente dell’epoca dello Yemen. Corruzione, assenza di libertà individuali, violazioni di diritti umani, scarso interesse per le condizioni di estrema povertà sono alcune delle motivazioni che hanno acceso i focolai di protesta. Il dibattito contemporaneo internazionale spesso ha affrontato il fenomeno ISIS come un “prodotto fisiologico della Primavera Araba”.

COME SI MANTIENE L’ISIS?

Non si può certo dire che l’ISIS non abbia una strategia economica ben precisa per finanziare le sue azioni e per il suo mantenimento. Fin ora non risulta formalmente che l’organizzazione dipenda da aiuti provenienti da paesi stranieri. Da alcuni anni ha cercato di sfruttare i giacimenti petroliferi, nei territorio che controlla ha imposto una sorta di stato, ha organizzato una raccolta di denaro paragonabile al pagamento delle tasse di un normale sistema tributario, dopo essersi impadronito di alcune centrali elettriche e di giacimenti petroliferi in Siria ha iniziato a vendere elettricità al governo siriano e ad esportarne il petrolio. Inoltre il patrimonio dell’IS proviene dal denaro rubato dalle banche depredate lungo il cammino di conquista, e una parte dal riciclaggio di denaro nella zona di Mosul e dal business ricavato dalle ricchezze archeologici. Il Qatar è stato accusato di essere uno dei maggiori finanziatori dell’organizzazione: “con un tesoro di oltre due miliardi di dollari lo Stato Islamico (ISIS) di Abu Bakr al-Baghdadi è il gruppo terrorista più ricco del Pianeta e la pista dei soldi porta allo Stato sospettato di esserne il maggiore finanziatore: il Qatar”.
A porre tali accuse sono stati il vice segretario al Tesoro degli Stati Uniti David Cohen e il ministro dello sviluppo tedesco Gerd Mueller. L’Arabia Saudita, è stata ritenuta responsabile dall’ex premier iracheno Nouri al-Maliki, di aver garantito un supporto economico all’organizzazione e di averla incoraggiata.

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19 Marzo 2015, 18:48

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