17 Aprile 2018, 18:04
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PALERMO – Agitazioni e paura per i lavoratori della Italtel di Carini. I 185 dipendenti della filiale siciliana della società leader nel settore delle telecomunicazioni ieri hanno incrociato le braccia per tre ore, dopo un primo sciopero della settimana scorsa. I vertici dell’azienda confermano 130 esuberi nonostante l’accordo siglato l’anno scorso fra Italtel, Regione e Ministero dello Sviluppo economico, per un piano di investimento che avrebbe dovuto finanziare un numero di progetti tale da garantire mobilità, ammortizzatori sociali e accompagnamento alla pensione.
Lo scorso dicembre invece l’azienda ha cominciato una serie di azioni volte a quello che chiamano “riorganizzazione aziendale”, spostando i lavoratori con contratti di solidarietà in reparti che i sindacati chiamano “di confino”, ovvero privi di missione produttiva con lo scopo di formarli e ricollocarli. “Nessuna riqualificazione – denunciano le parti sociali – si tratta solo di un’operazione per velocizzare tagli del personale”. Le agitazioni non riguardano solo la Sicilia, lo stesso destino sta toccando anche ai dipendenti di Milano e Roma, anche loro sul piede di guerra.
“Queste sono le nuove disposizioni di Exprivia, la multinazionale che da dicembre ha acquisito più dell’ottanta per cento dell’Italtel – dice Marco Giglio segretario di Fim Cisl – I lavoratori hanno già sottoscritto un accordo volontario di mobilità e hanno rinunciato agli scatti di livello. Perchè devono sacrificarsi solo i dipendenti – si domanda il sindacalista – Lo Stato sta facendo la sua parte, così come le Regioni, l’unica che non ha fatto nessun passo in avanti è l’azienda, che pretende solo sacrifici e in cambio mortifica i lavoratori”.
Ma i sindacati non mollano: “Abbiamo già fatto richiesta di incontro al ministero dello Sviluppo economico per spiegare cosa sta accadendo in Italtel – attacca Giglio – devono sapere che nonostante gli investimenti, l’azienda gioca ancora con la pelle dei dipendenti. Continueremo con gli scioperi e gli atti di disobbedienza – conclude il sindacalista – l’azienda ci deve dare delle risposte chiare, ma soprattutto deve rendere note le sue intenzioni, ovvero metterci al corrente del suo piano industriale”.
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17 Aprile 2018, 18:04