27 Maggio 2020, 13:29
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E così, nel giorno in cui Italia viva nella giunta Immunità del Senato non partecipava al voto su Matteo Salvini, nello stesso giorno in cui in Lombardia il consiglio regionale eleggeva con i voti del centrodestra una renziana come presidente della commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia, a Palazzo dei Normanni il gruppo di Italia viva non partecipava al voto sulla mozione di censura nei confronti dell’assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone. “Coincidenze”, assicura Nicola D’Agostino, capogruppo di Iv all’Ars, che ieri al momento del voto è uscito dall’Aula come i suoi colleghi di gruppo, lasciando che la mozione se la votassero Pd, M5S e Claudio Fava. Certo, i quattro deputati renziani non avrebbero cambiato le sorti della votazione , finita 34 a 25, e la mozione si sarebbe comunque rivelata un mezzo autogol. Così almeno la pensa D’Agostino, che spiega: “Vogliamo ricordarci cos’è successo? Il presidente della Regione si è assunto la responsabilità del ritardo e ha domandato scusa, un direttore generale si è dimesso. Tutte le opposizioni a quel punto hanno ottenuto una vittoria. Ma l’autolesionismo dell’opposizione si manifesta con una richiesta incredibile di una mozione di censura, che invece cosa ottiene come risultato? Di farli vincere”.
Insomma, l’opposizione secondo i renziani si è data la zappa sui piedi proponendo la mozione di censura, una mozione “oziosa” la chiama D’Agostino, che ieri ha portato i parlamentari di maggioranza a intervenire in un lungo e particolarmente noioso dibattito a difesa di Scavone. Non senza qualche punzecchiatura, come quando Vincenzo Figuccia ha rimarcato le assenze leghiste, alludendo a qualche mal di pancia, con la puntuale replica di Marianna Caronia che ha risposto che la Lega c’era, in ritardo ma c’era, e che ogni dietrologia andava accantonata.
Ritrovate corrispondenze d’amorosi sensi con il centrodestra? D’altronde, i due “siciliafuturisti” del gruppo renziani per un bel pezzo di legislatura avevano votato spesso e volentieri con il governo. Nulla di tutto ciò, fanno sapere da Italia viva, dove si attende piuttosto il passaggio d’Aula con Nello Musumeci. Ieri il governatore si è fatto rivedere sui banchi del governo di Sala d’Ercole, ma silente. Le opposizioni hanno chiesto che venga in Aula a riferire, come regolamento prevede, e lì i renziani si faranno sentire. Nei banchi dell’opposizione ieri però c’è chi c’è rimasto male. Tanto più, si fa notare, che il passaggio arriva dopo l’attacco scomposto del governatore al renziano Luca Sammartino, durante la discussione della finanziaria. Ma che l’episodio si inquadri in una fase “dialogante” del partito di Renzi con la destra salviniana, i renziani siciliani lo escludono. Nessuna direttiva romana, solo coincidenze.
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27 Maggio 2020, 13:29