“Je suis Charlie” | Il dolore e la reazione

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08 Gennaio 2015, 15:47

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Stamattina la Francia si è svegliata scossa e spaventata, lasciandosi alle spalle una lunga notte di indagini e una massiccia caccia all’uomo, che ha portato a numerosi arresti. I killer del gravissimo attentato che ieri ha colpito Parigi sono stati identificati e localizzati. Secondo fonti giudiziarie si tratta di due fratelli franco-algerini: Said e Cherif Kouachi, di 32 e 34 anni, reduci della guerra in Siria. Stamani si trovavano nei pressi di Villers-Cotterets, nel nord della Francia, diretti verso Parigi a bordo di una Renault Clio, secondo quanto riportato dal quotidiano Le Parisien. A riconoscerli sarebbe stato il gestore di un distributore di benzina, grazie ad una carta d’identità trovata dalla polizia nella Citroen C3 abbandonata durante la fuga a Parigi.

Le ultime indiscrezioni riferiscono che i killer sono barricati in un’abitazione a 70 chilometri da Parigi. Per quanto riguarda il terzo sospettato, Amid Mourad, 19 anni, si è consegnato nella notte alla polizia a Charleville-Mezières, vicino al confine col Belgio. Sempre secondo le fonti sarebbe “il meno implicato” nella pianificazione e nell’esecuzione dell’attacco”. Sulla figura di quest’ultimo però non c’è stata ancora chiarezza, poiché all’ora dell’attacco al giornale Charlie Hebdo, avvenuto intorno alle 11.30, il giovane sarebbe stato a scuola. Non sono mancate le reazioni sul web. Protagonisti della diffusione di messaggi di solidarietà i principali social network.

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Su Twitter una scritta in bianco e grigio su sfondo nero: “Je suis Charlie” postata poco dopo l’attentanto, è diventata il simbolo di solidarietà, di denuncia per la libertà di espressione. Su Facebook si è diffuso rapidamente l’invito a partecipare ad un raduno a Place de la Republique a Parigi. Pagine di sostegno al settimanale, come “la libertà di stampa è un fondamento della Repubblica” si sono diffuse rapidamente raggiungendo oltre 50mila like.

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08 Gennaio 2015, 15:47

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