Jennifer, vita, morte e speranze | “Aiutateci a trovarle una sepoltura”

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20 Febbraio 2011, 05:51

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La notizia della giovane nigeriana Jennifer Ewavaro Eguavon, morta in ospedale dopo una lunga agonia, la gola tagliata nella sua casa di via Calderai dal fidanzato romeno, è già materiale per archivi di cronaca nera. Ma il suo mondo è ancora lì, pronto per essere raccontato, col suo dolore e con la sua speranza.

Il pastore metodista Vivian Wiwoloku lo trovi nella sede dell’associazione afro-italiana “Pellegrino della Terra” che dirige, al numero 206 di via Oreto, poco lontano dalla stazione Centrale. Wiwoloku è anche presidente della Comunità nigeriana in Sicilia. Jennifer la conosceva personalmente. Lei inseguiva il sogno di diventare medico per aiutare i bambini in un posto lontano dai soprusi di criminali armati, guerre di religione e sfruttamento, sogno che la sua famiglia poverissima in Nigeria non avrebbe potuto mai esaudire. Era entrata in contatto da poco più di un anno con l’associazione, aveva preso parte ad alcune riunioni, incontrato gli ambasciatori ma era soprattutto aiuto con i documenti che cercava. Sono le uniche informazioni su Jennifer che concede il pastore: “Non vogliamo più esprimerci su questa situazione, anche per evitare di causare problemi con la diffusione di notizie imprecise, alcuni giornali hanno scritto per esempio, che era stata uccisa in strada mentre lavorava, ma in realtà il delitto è stato commesso in casa. La comunità è ancora molto scossa e la ragazza non è ancora stata seppellita, non c’è posto. La nostra tradizione vuole i corpi siano subito seppelliti e solo sotto terra, altrimenti si troverebbero imprigionati in una sorta di limbo, senza pace e continuando a patire sofferenze. Se avessimo i soldi la riporteremmo a casa, nella sua terra, per questo ci appelliamo al Comune di Palermo perché ci aiuti a farla riposare in pace”.

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Il pastore Vivian Wiwoloku è  una colonna a cui aggrapparsi. È lui che vigila sulle condizioni di vita degli immigrati nigeriani, che comunica direttamente con l’ambasciatore a Roma, che offre assistenza legale e che intercede per il disbrigo pratiche e documenti. L’associazione Pellegrino della Terra, network che raggruppa diverse realtà umanitarie di Palermo, si occupa invece di “riabilitare” le donne che decidono di uscire dalla rete della prostituzione, aiutandole a cercare una casa e ad inserirle nel mondo del lavoro. “Noi incontriamo tantissime ragazze in queste condizioni e che vorrebbero cambiare vita – afferma Wiwoloku – ma per convincerle a fare un passo così coraggioso è necessario fornire loro una sicura alternativa”, ed è per questo che l’associazione organizza corsi di formazione professionale a titolo gratuito, che rientrano in un progetto della Chiesa Valdese Metodista finanziato dai fondi 8 per mille. Si tratta di corsi di economia domestica e di taglio e cucito-sartoria: “Guardiamo al mercato, a Palermo non ci sono grandi fabbriche e sappiamo che le prospettive sono impieghi come badanti”.

 Allo stesso tempo i responsabili del Pellegrino della Terra ricercano per loro un’occupazione e garantiscono in prima persona con i datori di lavoro. I risultati registrati dimostrano che il progetto ha funzionato in maniera eccellente: 250 ragazze salvate dalla strada, anche grazie ad una fortissima collaborazione con le forze dell’ordine e la Questura, che dispone di un programma di protezione per tutte le donne che decidono di denunciare i propri aguzzini.

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20 Febbraio 2011, 05:51

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