La Ksm, la politica e l’Irfis| Chi è Basile, il ras della sicurezza

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19 Settembre 2016, 20:14

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PALERMO – Il potente uomo d’affari, l’uomo che ha creato un impero con le sue società di vigilanza privata è scivolato su una vicenda privata. Privata, ma non per questo meno grave e dolorosa.

Se il quadro tracciato dalla Procura di Palermo venisse confermato verrebbe fuori la figura di un uomo pronto a tutto pur di nascondere la nascita di un figlio che metterebbe in discussione l’assetto futuro dell’intero patrimonio. Il processo civile per il riconoscimento della paternità è ancora in corso, come in corso sono le indagini che vedrebbero Basile come ispiratore di un piano fatto di false denunce, finti reati, minacce e ritorsioni.

Lo scandalo travolge un uomo potente a poche settimane dalla consacrazione ricevuta dalla politica. Tappa finale di una scalata senza tregua e, nel contempo, digressione lungo un percorso volutamente lontano dai riflettori. Perché è con la politica che il gruppo Basile ha dialogato per diventare uno dei più potenti e ricchi di Sicilia. Alcuni anni fa tentò la corsa al Senato, nella lista dell’Udc. il capo di un colosso dell’imprenditoria poteva contare su un bacino elettorale enorme. Fu il primo dei non eletti. Pochi mesi fa il governatore Rosario Crocetta lo ha voluto alla guida dell’Irfis-FinSicilia, la finanziaria della Regione Siciliana nonostante alcuni avessero sollevato l’ombra di un conflitto di interessi. Un incarico che potrebbe perdere alla luce dell’inchiesta giudiziaria.

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Basile ha trovato un posto in prima fila nella schiera dei fedelissimi del governatore, accanto a nomi come Patrizia Monterosso, che dell’Irfis è vice presidente, o Antonio Ingroia. Nomi che ricorrono in un altro intreccio, quello di toghe. Pochi giorni fa il Tribunale del lavoro ha stabilito che Marilena Bontate, figlia di Giovanni, fratello, quest’ultimo, del boss Stefano, deve essere riassunta a Sicilia e-Servizi. La Bontate era fra i sedici lavoratori “licenziati” da Ingroia all’inizio del 2014. Ingroia che, nel processo, si è fatto difendere dall’avvocato Claudio Alongi, marito della Monterosso. Nel frattempo si apprende che Ingroia difende Basile per la brutta storia venuta a galla oggi.

La stampa si occupa di Basile per una faccenda privata, ma si torna a parlare indirettamente di Ksm. Stavolta, però, gli affari non c’entrano a differenza della puntata che Rec, programma d’inchiesta di Rai 3, ha dedicato al “mercato della vigilanza privata, che vale circa due miliardi di euro l’anno in Italia”. Un mercato in cui Basile, con la galassia di società di cui è a capo, è divenuto leader anche a livello nazionale.

Settemila dipendenti, dieci società e decine di appalti vinti in tutta Italia, nel pubblico e nel privato. Porti e aeroporti a Catania, Messina e Palermo. Comuni siciliani, ma anche tante banche, da Unicredit a Intesa San Paolo, da Bnl alla Popolare di Milano, dalla Popolare di Vicenza a Banca Nuova. Un impero stimato in 400 milioni di euro l’anno.

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19 Settembre 2016, 20:14

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