La #10yearschallenge | dei politici siciliani FOTO

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23 Gennaio 2019, 13:03

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Il fenomeno del “10 years challenge” è ormai diventato virale sul web. La sfida “social” protagonista di questi giorni consiste nel postare su Facebook e Instagram una propria fotografia attuale accostata a una di dieci anni fa. Un gioco divertente, autoironico, a metà fra nostalgia e narcisismo che – al netto di ogni dietrologia – prova a mostrare i cambiamenti avvenuti dal 2009 ad oggi.

Ma se in questo esercizio di “restyling” si sono cimentati anche volti istituzionali, attori, cantanti e personaggi famosi di ogni genere, non si può di certo lasciar fuori da questa “challenge” i protagonisti della vita politica siciliana: presidenti, deputati, ministri e tanto altro.

Nello Musumeci. Partiamo proprio con l’attuale presidente della Regione. Dieci anni fa, il governatore era deputato uscente al Parlamento europeo e leader di “Alleanza Siciliana”, costola isolana del movimento di Francesco Storace “La Destra”. Alle elezioni europee, venne ricandidato nella lista “L’Autonomia” (Destra-Mpa-Pensionati-Alleanza di Centro), e nonostante le quasi 60mila preferenze, mancò la rielezione per il modesto risultato del cartello elettorale, su base nazionale.

Raffaele Lombardo. Il politico catanese era diventato governatore dei siciliani da meno di un anno, mantenendo la guida del suo Movimento per le autonomie. Ma quello fu l’anno delle prime fratture nel centrodestra. Lombardo ruppe prima con l’Udc, poi con il Pdl “ufficiale” fino a formare una nuova coalizione di governo con “miccicheiani” e “finiani”. Avviò infine un dialogo con il Pd, confronto che avrebbe determinato nel 2010 l’entrata dei democratici in giunta.

Totò Cuffaro. Ennesimo altro big sopravvissuto a più lustri della politica siciliana, governatore dal 2001 al 2008. Dieci anni fa, dopo aver rimesso il mandato da presidente della Regione, a seguito della condanna in primo grado per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio, Cuffaro si trovava a Roma, “traslocato” al Senato. A palazzo Madama sedeva fra i banchi centristi dell’Udc, partito che nel 2009 gli permise di diventare membro della commissione di Vigilanza Rai.

Gianfranco Micciché. Fra i “presidenti” (nel suo caso, dell’Assemblea Regionale) di ieri e di oggi trova posto anche il “viceré” di Forza Italia in Sicilia. Nel 2009, da sottosegretario alla presidenza del Consiglio, iniziava a smembrare il partito berlusconiano nell’isola (l’allora “Popolo della Libertà”), per dar vita a una cosa sua. Voleva creare una forza politica simmetrica alla Lega Nord e in quell’anno staccò i suoi fedelissimi dal Pdl “ufficiale”, ribattezzando il plotone di deputati e assessori “Pdl Sicilia”. Da lì a poco, avrebbe fondato “Forza del Sud”.

Leoluca Orlando. Nel fermo immagine di dieci anni fa, l’eterno sindaco di Palermo aveva lasciato temporaneamente Palazzo delle Aquile, per un seggio parlamentare. Eletto durante l’anno precedente, nel 2009 era deputato e portavoce nazionale dell’Italia dei Valori. Con 53mila voti trainò in Sicilia il partito di Antonio di Pietro alle elezioni europee di quell’anno.

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Fabrizio Ferrandelli. Nel 2009 , l'”enfant prodige” della politica palermitana aveva già fatto tanta strada. Passato dal Partito umanista all’Italia dei Valori, dieci anni fa, a soli ventinove anni, veniva inquadrato come delfino e papabile successore dello stesso Orlando. Ma i rapporti fra i due si incrinarono e da lì a un paio danni, fra lui e il ‘Professore’, si sarebbe consumata quella frattura, mai del tutto sanata.

Davide Faraone. L’attuale segretario regionale del Partito Democratico era fresco di elezione all’Assemblea regionale, continuando a ricoprire anche la carica di consigliere comunale a Palermo. Dalla fondazione del partito, nel 2007, era diventato il punto di riferimento di Walter Veltroni in città.

Giulia Bongiorno. Palermitana anche lei, è l’unica “quota rosa” di questa lista. Nel 2009 era già seduta in Parlamento, entrata a Montecitorio con il Pdl (in quota Alleanza Nazionale). Dieci anni fa, la Bongiorno saliva agli onori della cronaca sia per essere stata la prima a far sì che la Camera legiferasse in tema di stalking e atti persecutori, sia per aver assunto – come avvocato – le difese di Raffaele Sollecito, nell’ambito del processo per l’assassinio di Meredith Kercher.

Cateno De Luca. Il “pirotecnico” sindaco di Messina nel 2009 era già orbitante nella galassia della politica siciliana. Sindaco di Fiumedinisi al secondo mandato, dieci anni fa era stato eletto all’Ars (anche lì, per un secondo giro) nelle file dell’Mpa di Raffaele Lombardo.

Giancarlo Cancelleri. Chiude questa carrellata, il leader siciliano del Movimento 5 stelle e vice presidente di sala d’Ercole. Per lui, dieci anni fa, ebbe inizio l’avventura politica con la lista civica dei “Grilli Nisseni”, forma embrionale locale dei cinque stelle. Il movimento partecipò alle elezioni amministrative di Caltanissetta, ma si fermò all’1,3% con appena 482 voti.

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23 Gennaio 2019, 13:03

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