23 Luglio 2015, 07:23
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PALERMO – Un anno e mezzo di indagini e 21 maxi furti accertati. Quella che aveva base nel quartiere dello Zen era un’organizzazione che colpiva a Palermo e in provincia, per poi spostarsi nel Messinese e nel Trapanese.
Carabinieri e polizia hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari e obblighi di dimora emessa dal Gip del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 17 palermitani tutti residenti allo Zen e ritenuti i componenti, a vario titolo, di un’associazione che colpiva negozi di materiale elettronico e hi-tech, tabaccherie e ricevitorie. L’operazione conclude un’attività interforze tra i carabinieri e il commissariato di polizia di Cefalù.
Secondo le indagini la banda poteva contare anche sull’appoggio di alcuni soggetti legati alla malavita organizzata. I colpi si svolgevano sempre con le stesse modalità: alla base vi era infatti la preliminare e approfondita pianificazione dell’obiettivo da colpire, le vie di fuga in caso di intervento delle forze dell’ordine, il dislocamento delle vedette in punti nevralgici e, infine, ma non meno importante, l’uso di “telefoni dedicati” che durante l’esecuzione dei colpi erano messi in modalità “conferenza”.
I nomi: Antonino Manzella, Gioacchino Spina, Francesco Paolo Marchione, Antonio Mazzè, Maurizio Quartararo, Salvatore Scasso, Salvatore Serio, Giuseppe Di Cara, Pietro Di Mariano, Salvatore Finocchio, Massimiliano Fiore, Giacinto Grimaldi, Massimiliano Bronzino, Francesco Castelli, Antonio Di Cara, Carmelo Barone, Giuseppe Barone.
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23 Luglio 2015, 07:23