02 Dicembre 2010, 10:00
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Una imponente operazione antimafia e antiracket, è stata condotta nella notte dalla polizia a Caltanissetta. La squadra mobile ha eseguito 23 ordini di custodia cautelare in carcere, emessi dal Gip del tribunale, Lirio Conti, su richiesta della Dda nissena. Sgominata la famiglia mafiosa che da anni imponeva il “pizzo” in città e gestiva alcune aziende tramite insospettabili prestanome. L’operazione, denominata”Redde Rationem” (resa dei conti), coinvolge “picciotti” ed esponenti locali di Cosa Nostra ma anche alcuni boss delle altre “famiglie” di Gela, Riesi, Mazzarino, Canicattì, Misilmeri, con cui erano in stretto collegamento. Rilevante il contributo fornito alle indagini da sei collaboratori di giustizia. “L’inchiesta, che è la prosecuzione di un’altra indagine, la “Free Town” – dice il capo della squadra mobile, Giovanni Giudice – ha consentito di delineare gli assetti organizzativi, i legami operativi e gli interessi nei vari settori di attività (in particolare nell’edilizia), della famiglia mafiosa di Caltanissetta, facendo inoltre risaltare lo spessore criminale di alcuni appartenenti alla stessa organizzazione malavitosa”.
Ecco i nomi degli arrestati: Salvatore Curatolo, di 54 anni, Antonino Marcello Ferraro, di 52, Massimo Antonio Dall’Asta, di 44, Vincenzo Ferrara, di 42 anni, Giuseppe Onorato, di 63, tutti di Caltanissetta; Giuseppe Di Fazio, 55 anni, di Paternò; Francesco Lo Prete, 55 anni, originario di Catanzaro ma residente a Licata; Maurizio Siciliano, 32 anni, di Mazzarino; e i gelesi Massimo Carmelo Billizzi, di 35 anni, Carmelo Sultano, di 33, e Marcello Orazio Sultano, di 40 anni. Il provvedimento è stato notificato in carcere a Salvatore Curatolo, di 54 anni, Angelo Palermo, di 53, e Gaetano Termini, di 58, tutti di Caltanissetta; Massimo Carmelo Billizzi, 35 anni, di Gela; Angelo Di Bella, 56 anni, di Canicattì; Gianluca Gammino, 36 anni, di Gela; Giuseppe Giovanni Laurino, 53 anni, di Riesi, tutti detenuti per altra causa. L’accusa, a vario titolo, per questi 18 imputati, è di associazione mafiosa e di estorsione. I rimanenti arrestati, gli imprenditori Antonino Bracco, di 62 anni, Calogero Failla, di 48, Salvatore Rizza, di 78 anni, tutti di Caltanissetta, Antonio Graci, di 43 anni, di San Cataldo e un altro imprenditore ancora ricercato che gestivano le aziende ritenute di proprietà delle famiglie di Cosa Nostra, devono rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa.
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02 Dicembre 2010, 10:00