20 Settembre 2016, 13:09
1 min di lettura
PATERNO’. Di punto in bianco, 600 persone (dicasi, seicento persone e, dunque, seicento famiglie) si sono viste crollare il mondo addosso. Hanno visto perdere quello che era stato fino a ieri il loro posto di lavoro. Il call center Qè al tracollo. Sommerso da debiti che non hanno contratto, però, i lavoratori ma l’imprenditore riferimento dell’azienda. Tale Argenterio che avrebbe evaso oltre 6 milioni di euro di tasse. Senza contare, i contratti di affitto ed altre voci.
I lavoratori sono ovviamente sul piede di guerra. Hanno lanciato il loro hashtag #iosonoqè e vanno avanti. Non hanno alcuna intenzione di restare in silenzio. Fino a questa mattina ha avuto luogo un presidio dinanzi a quella sede che resta vuota. Deserta. 600 professionalità (perchè di questo si tratta) restate per strada. Ma non può finire così. La via d’uscita più plausibile sarebbe quella che un’altra azienda prelevasse commesse e posti di lavoro: ma, al momento, la situazione resta bloccata.
I tavoli in Prefettura, sono serviti a ben poco. Da Cgil e Cisl è stato chiesto un incontro urgente con il presidente della Regione Crocetta. Ed in attesa della risposta, i lavoratori non mollano di un centimetro. Lo devono a loro stessi ed ai sacrifici che, in un modo o nell’altro, hanno condotto in tutti questi anni. Lavoratori e loro famiglie che sono le uniche vittime di questo scempio.
Pubblicato il
20 Settembre 2016, 13:09