07 Luglio 2012, 11:46
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La Regione siciliana a quanto pare non sembra essere entrata nel nuovo millennio. A farlo notare a LiveSicilia è stata la segnalazione di un lettore: in questo caso specifico l’assessorato all’Istruzione e formazione professionale non prevede l’iscrizione tramite Pec, posta elettronica certificata, e firma digitale ad uno dei tanti corsi di formazione profesionale che ogni anno finanzia ed organizza.
Contro la lentezza e le cataste di carta della burocrazia siciliana si è infranto perfino il sogno dell’ex ministro della pubblica amministrazione e innovazione Renato Brunetta. Era il 6 maggio del 2009 quando il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri stabiliva che “a ciascun cittadino che ne faccia richiesta, il ‘dipartimento per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e per l’innovazione tecnologica’ assegni a titolo non oneroso un indirizzo di Posta Elettronica Certificata, da utilizzare per tutte le comunicazioni con la Pubblica Amministrazione”.
Ricevuta la segnalazione, LiveSicilia ha condotto un’indagine tra gli istituti di formazione convenzionati. Tentando, infatti, di iscriversi a uno dei numerosi corsi, ci si rende subito conto che il cartaceo portato brevi manu o la vecchia raccomandata con ricevuta di ritorno, sono ancora gli unici modi per dialogare con la pubblica amministrazione.
“La Regione ancora accetta soltanto i moduli d’iscrizione in forma cartacea, dobbiamo portali, poi, di persona in assessorato. Guardi, anche noi enti abbiamo dovuto creare un account di posta elettronica certificata, come previsto dalla legge. Ma, per esempio, in sede di presentazione d’avviso hanno richiesto l’invio della documentazione tramite raccomandata” afferma un referente di Mediazioni srl.
E pensare che l’introduzione di questo strumento, in base alle affermazioni rilasciate dall’ex ministro Brunetta, avrebbe dovuto rivoluzionare il rapporto tra i cittadini e la pubblica amministrazione, in termini di rapidità ed efficienza. Ma soprattutto avrebbe dovuto ridurre file presso gli sportelli degli enti e far risparmiare sui costi di spedizione della raccomandata, anzi avrebbe dovuto, con il tempo, sostituirla definitivamente. Senza considerare i risvolti positivi in termini di limite di copie di documenti e di spreco di carta.
“Non serve la Pec, basta un’e-mail normale intanto per inserirla fra gli iscritti” rispondono dal Cerf, un altro ente che organizza corsi di formazione. Dunque, visti i riscontri ottenuti dagli enti di formazione non solo la Pec non è contemplata nelle modalità d’iscrizione all’interno dei bandi, ma in alcuni casi, come una sorta di favore che fanno all’utente, accettano una semplice e-mail in attesa del cartaceo, che in ogni caso costituisce l’unico mezzo per l’effettiva iscrizione al corso.
In base alle dichiarazioni del dirigente generale dell’assessorato all’istruzione e formazione professionale, Ludovico Albert, però, il problema non sussiste: “Non capisco di cosa state parlando, il servizio è attivo e nel nostro assessorato è perfettamente in funzione”.
Riportando la risposta ricevuta in assessorato al referente di Mediazioni srl, ecco cosa hanno detto: “Non è la prima volta che ci arriva questa richiesta di utilizzo della posta elettronica certificata, ma noi non vogliamo prenderci questa responsabilità. Un funzionario, in assessorato, può dirle una cosa, e poi subito dopo smentirsi. Ed il rischio è che al nostro ente annullino il corso per irregolarità. Guardi, per cortesia, è possibile anche farci pervenire il modulo tramite qualche familiare, se c’è seria intenzione di partecipare al corso, porti il cartaceo, che è meglio”.
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07 Luglio 2012, 11:46