06 Febbraio 2015, 17:10
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PALERMO – “Da maggio non avevamo fatto altro che pregare. La speranza ha dato a tutti noi la forza per non scoraggiarci. Nonostante fosse nata prematura e pesasse soltanto quattrocento grammi, sapevamo che con il nostro amore e le giuste cure ce l’avrebbe fatta. Ora ci è crollato il mondo addosso”. Sono le parole della zia della piccola Greta, la bimba di otto mesi deceduta mercoledì pomeriggio al Buccheri La Ferla in seguito a quello che i parenti considerano un caso di malasanità.
I genitori hanno infatti sporto denuncia alla polizia e, disperati, attendono l’esito dell’autopsia disposta dalla Procura, che potrebbe fornire importanti elementi sulle cause della morte della neonata. In base a quanto raccontano gli zii della bambina, che trascorrono queste ore drammatiche fianco a fianco coi giovani genitori, Greta era stata accompagnata in ospedale già mercoledì.
“Il giorno prima di questa tragedia – spiega Katia Salemi – i miei cognati hanno portato la bambina al Buccheri perché era raffreddata. Aveva la gola arrossata e tutti i sintomi di un’influenza. Era stata ricoverata cinque mesi, finalmente era con mamma e papà e, per precauzione, veniva sempre monitorata. In quel caso i medici hanno prescritto un antibiotico ed un farmaco a base di vitamine, dicendo che potevano tornare a casa. L’indomani, visto che mia nipote non respirava bene, sono tornati in ospedale. Il medico ha detto all’infermiera di effettuare dei lavaggi nasali e in quel momento è cominciato il calvario. Ai primi lavaggi la bambina ha perso i sensi – precisa la zia – ai successivi non ha più reagito. Sono trascorsi alcuni minuti prima che il personale ospedaliero recuperasse l’attrezzatura per rianimare la piccola che crediamo si trovasse in un’altra stanza: i miei cognati hanno visto morire la bambina davanti ai loro occhi”.
Momenti drammatici che vengono raccontati con la voce strozzata dalle lacrime: “Greta rappresentava un miracolo – prosegue la zia -. Quando è nata era minuscola, ma ha lottato come un leone per crescere, aveva voglia di vivere. Adesso pesava quattro chili, aveva i capelli scuri, il viso tondo. L’accarezzavo come fosse una bambola, quello stesso giorno l’ho vista per l’ultima volta. L’ho osservata di nuovo come qualcosa di grandioso, ogni volta era una sorpresa notare quanto cresceva, quanto si era messa in forze. Una studentessa di Medicina si è persino laureata presentando una tesi sul caso della mia nipotina, sbalordita dai progressi che aveva fatto nonostante le estreme difficoltà iniziali”.
La bambina era infatti stata dimessa soltanto ad ottobre, come dall’ospedale Buccheri è stato confermato ieri: “Nata in questo ospedale con un’estrema prematurità e 440 grammi di peso, è stata ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale e in Neonatologia per quasi cinque mesi. Alle dimissioni era in buone condizioni generali – hanno precisato – con monitoraggio domiciliare per la prevenzione della morte in culla. In questo periodo è stata seguita in follow up neonatale presso il nostro ambulatorio”.
“Durante quel periodo – prosegue Katia Salemi – eravamo rimasti piacevolmente stupiti dal trattamento ricevuto. Infermieri e medici del reparto di Neonatologia hanno curato ed amato la bambina meravigliosamente. La chiamavano per nome, erano riusciti a salvarle la vita. Ma questa esperienza in Pediatria, invece, ci ha tolto la stessa felicità che ci avevano dato. La nostra denuncia e il nostro dolore – aggiunge – devono fare in modo che episodi simili non si verifichino altre volte. Ma soprattutto, vogliamo ribadire quanto sia importante, per chi lavora negli ospedali, vedere questa attività come una missione e non come un compito da svolgere frettolosamente”.
Dalle direzioni dell’ospedale ieri è stato spiegato che “durante una visita di controllo della bimba è stata riscontrata una difficoltà respiratoria. E’ stato disposto quindi il ricovero nel reparto di Pediatria. Durante i primi accertamenti e le prime cure, la piccola ha presentato un improvviso arresto cardiocircolatorio. Nonostante tutte le manovre intensive di rianimazione effettuate dall’equipe pediatrico – neonatologica, la piccola è deceduta. Frastornati e addolorati per la morte della bambina e vicini alla famiglia restiamo in attesa degli esiti da parte dell’autorità competente”.
“Anche se nulla ci porterà indietro la nostra bambina – conclude la zia di Greta – vogliamo giustizia, perché desideriamo che mai nessun altro al mondo provi la disperazione che adesso ha travolto noi e due genitori di trent’anni l’uno che dovranno adesso cominciare da zero, col un immenso dolore nel cuore”.
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06 Febbraio 2015, 17:10