Ustica, Boldrini a Palermo | Ma l’Ars è quasi vuota

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13 Giugno 2013, 18:38

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PALERMO –  Per la prima volta dopo la sentenza della Cassazione l’Assemblea regionale siciliana ricorda la strage di Ustica. Lo fa a trentatré anni dal disastro aereo. E lo fa alla presenza della presidente della Camera Laura Boldrini. A Palazzo dei Normanni non c’è il governatore Rosario Crocetta, e mancano pure parecchi deputati, sia a destra che a sinistra degli scranni di Sala d’Ercole. Sono una cinquantina i presenti sui novanta che compongono il Parlamento siciliano.

“Ho capito che era importante essere qui quando i parenti delle vittime sono venuti a Roma – dice Laura Boldrini –. Lo Stato deve essere laddove c’è ricerca della verità: il suo ruolo è quello di rinsaldare il rapporto con i cittadini”. Il presidente della Camera, che proprio in Sicilia è stata eletta nelle liste di Sel, ripercorre le tappe che hanno portato all’accertamento della strage avvenuta nei cieli di Ustica “Non è stato e non è facile appurare tutta la verità. Conoscerla però è necessario, anzi indispensabile per il rispetto che dobbiamo alle vittime e perché solo sulla verità si può costruire una convivenza civile pienamente democratica. Per Ustica è stata difficoltosa la ricerca della verità perché per troppo a lungo è stata portata avanti l’ipotesi di un guasto tecnico, questo ha provocato la scomparsa di documentazione rilevante. Il cammino verso l’accertamento di quanto accaduto è stato deliberatamente ostacolato da chi non voleva si sapesse cosa era successo quella sera nei cieli di Ustica”.

Un altro ostacolo è però quello del mancato recepimento da parte dell’Italia della Convenzione europea relativa all’assistenza giudiziaria per l’azione penale, approvata nel 2000 dall’Unione europea e mai ratificata dal nostro Paese. “Si tratta di una lacuna molto grave perché non possiamo chiederne l’applicazione, mi impegno a esaminare la vicenda in tempi stringenti sperando di poter mettere in calendario la ratifica il prima possibile”.

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A Sala d’Ercole sono intervenuti anche i primi cittadini di Palermo, Bologna e Ustica, la presidente del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, e la senatrice Daria Bonfietti, rappresentante dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage. “Molto ancora c’è da fare per l’accertamento della verità – ribadisce la Bonfietti –: a ciascuno spetta la propria parte. Possiamo e dobbiamo chiedere di poter conoscere ulteriori approfondimenti”. Durante la seduta presieduta da Giovanni Ardizzone c’è stato anche il ricordo del lavoro svolto quale giudice istruttore al processo del magistrato Rosario Priore: “Ustica è l’epilogo di una storia già scritta – sostiene Priore – , quello di un attacco mortale deciso da un Paese europeo, da capi di Stato e di servizi che volevano l’eliminazione di Gheddafi che intralciava i loro progetti”. Priore punta il dito verso la Francia che in questo contesto politico era in conflitto con la Libia: “La Francia ha voluto dare una lezione a quella Libia che osava attaccare il Ciad, uno dei suoi bastioni militari e una lezione all’Italia che minacciava i suoi equilibri, nei suoi cieli e nei suoi mari”.

A far da sponda alle richieste dei familiari delle vittime è stata poi la stessa Boldrini. “La sentenza della Cassazione è la tessera di un mosaico che dopo 33 anni non è ancora stato completato – afferma –. Una verità però è emersa: il Dc9 è stato colpito da un missile. Ora però bisogna scoprire chi ha lanciato quel missile verso chi. E non tocca solo ai magistrati, la politica deve aiutare la magistratura a fare il proprio lavoro”.

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13 Giugno 2013, 18:38

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