13 Marzo 2014, 13:18
3 min di lettura
CATANIA – Camusso e Villari aprono l’assise congressuale della Cgil. Le note di Bach e Morricone, suonate dai dipendenti del Bellini, fanno da sfondo alle parole di Platone e Vittorini, recitate da un attore del teatro Stabile. Così si apre il congresso provinciale della Cgil etnea. “Un modo per richiamare l’attenzione di tutti sui temi della cultura e della sua funzione in una città come Catania”, come dice il segretario Angelo Villari, durante il suo intervento, prima di congedarsi dal ruolo che ha ricoperto per quattro anni. “Non riproporrò la mia candidatura”, afferma. L’intervento di Villari si apre nel solco della tradizione con l’analisi della fase, partendo dalla dimensione sovranazionale della crisi fino alle ricadute locali. Alla luce di un aumento esponenziale delle percentuali degli inoccupati, soprattutto donne e giovani, il sindacalista denuncia una serie di ingiustizie e sprechi, ma è soprattutto sulle vertenze locali che accende i riflettori. Villari, che pure plaude alle iniziative del governo regionale in termini di lotta al malaffare, coglie l’occasione per bacchettare Crocetta sul “piano giovani”, che va perfezionato, e sulla mancanza di “un progetto organico per fare uscire la Sicilia dalle sabbie mobili della crisi”.
Un giudizio condiviso dalla stessa segretaria nazionale Susanna Camusso che aggiunge: “In termini di sviluppo, investimento e riorganizzazione della macchina amministrativa non mi pare che ci siano risultati”. Villari ricorda numerose vertenze aperte sul territorio catanese da Aligrup a Micron, e propone un piano di “rilancio della STM e del modello Etna Valley”, ma anche di una serie di settori come la micro-elettronica, l’agroalimentare e il turismo. Villari ripropone una linea unitaria di intervento dei sindacati, intento suggellato dalla presenza dei segretari provinciali di Cisl, Uil e Ugl e del sindaco Enzo Bianco, che ha svolto una funzione di cerniera tra industrie e sindacati. “Una sinergia tra le parti sociali che da tempo mancava”, spiega Villari. Se la sinergia tra l’amministrazione comunale e il sindacato è cosa evidente, non si può parlare invece di idillio tra la segretaria nazionale, Susanna Camusso, e il nuovo premier, Matteo Renzi. Anche se, dopo i botta e risposta dei giorni scorsi, qualcosa sembra muoversi soprattutto alla luce delle proposte avanzate ieri da Renzi. “I provvedimenti annunciati ieri dal governo per la riduzione della tassazione sulle fasce medio basse ha il nostro plauso”, dice Camusso che aggiunge: “Non possiamo che salutarlo come un risultato importante”. “Sottolineo che, ovviamente, bisogna fare un altro passo, cioè dare delle risposte ai pensionati: non è solo un gesto di equità, ma di politica economica finalizzata a fare tornare la domanda e immaginare una ripresa della produzione”.
I provvedimenti di Renzi, dunque, vengono giudicati positivi, ma l’atteggiamento del premier nei confronti della concertazione continua a non piacere alla leader sindacale. “Il governo sbaglia quando non riconosce i corpi intermedi, ma se il primo provvedimento è quello che chiedevamo da quattro anni siamo pronti a incassare il risultato”, spiega. Serve però “un passo successivo”, quello di “chiudere quella forbice di diseguaglianza che si è aperta tra il Nord e il Sud” perché “non si possono infatti immaginare provvedimenti che riguardano solo una parte”. “Insieme all’investimento importante che è stato annunciato sulla scuola, sulla manutenzione degli edifici scolastici – ha aggiunto – noi pensiamo che bisogna qualificare ulteriormente l’intervento pubblico perché l’altro grande tema è come si crea lavoro e come si danno le risposte” soprattutto perché il Paese ha bisogno di chiudere il gap tra Nord e Sud”.
Pubblicato il
13 Marzo 2014, 13:18