04 Aprile 2017, 14:23
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PARTINICO (PALERMO) – Un piano terra coi tetti bassi, le stanze piccole e nessun luogo in comune per gli ospiti. Sulle pareti sarebbero già apparse muffa ed umidità da tempo e le vie di accesso non avrebbero permesso agli ospiti disabili di muoversi liberamente per via delle barriere architettoniche mai eliminate.
All’arrivo dei carabinieri del Nas era presente soltanto un “operatore”, un uomo che non aveva alcuna qualifica per assistere gli anziani. Eppure, tra pazienti affetti da schizofrenia, demenza senile e morbo di Parkinson, all’interno della casa di riposo abusiva scoperta a Partinico, venivano ospitate otto persone.
I militari guidati dal capitano Giovanni Trifirò hanno trovato decine di irregolarità nell’appartamento di via Matteotti adibito all’accoglienza degli anziani. Una casa di riposo “fantasma” che, come accertato, era stata aperta senza alcuna autorizzazione ed ufficialmente inesistente. Di norma, infatti, una volta in possesso dei requisiti, il titolare chiede l’iscrizione all’albo comunale e comunica i dati dei pazienti ospitati. Ciò non sarebbe mai avvenuto nella struttura, ritenuta quindi abusiva e segnalata anche all’Asp.
Gli otto anziani che alloggiavano nel centro e trovati nelle stanze dai carabinieri, hanno dai 66 ai 93 anni: uomini e donne che avrebbero avuto a disposizione soltanto le camere in cui dormire, fornite di reti e materassi o, al massimo, di letti elettrici per la degenza, ma in ambienti angusti e sporchi. I carabinieri hanno passato al setaccio l’appartamento e trovato soltanto uno dei bagni parzialmente adeguato alle esigenze dei disabili. Nessuna figura professionale era inoltre presente, né medici, né infermieri. Aspetti che hanno fatto venire a galla una grave superficialità sul fronte dell’assistenza che è costata al titolare anche una denuncia per maltrattamenti.
Gli investigatori vogliono vederci chiaro anche sui metodi di somministrazione dei farmaci, di cui è stato impossibile conoscere l’origine: sono stati trovati privi di confezioni, senza alcuna indicazione sulla data di scadenza. Inoltre non era presenta alcuna tabella dietetica che riguardasse ogni ospite, né polizza assicurativa contro gli infortuni.
Insomma, una casa di riposo improvvisata, molto simile a quella individuata a metà marzo a Cerda, sempre in provincia di Palermo. Anche in quel caso la titolare aveva avviato l’attività senza alcuna autorizzazione del Comune e dell’Asp e nonostante una precedente ordinanza che ne disponeva la chiusura, continuava ad accogliere gli ospiti.
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04 Aprile 2017, 14:23