27 Marzo 2009, 16:38
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Il “Corto” deve restare al carcere duro, perché è pericoloso. Il boss Totò Riina è ancora un soggetto da controllare che, se detenuto in regime ordinario, potrebbe riprendere i contatti con le cosche mafiose di cui è stato vertice per anni. Per questo la VII sezione penale della Cassazione ha confermato la proroga del regime di carcere duro (41 bis) per il capo di Cosa Nostra. Dunque, secondo i supremi giudici, è ancora reale il rischio che il boss possa riprendere contatti con le cosche mafiose siciliane poichè non si è mai pentito, non ha mai collaborato con la giustizia e proprio per il “ruolo svolto dal soggetto in seno al sodalizio”.
La VII sezione penale, quindi, ha respinto il ricorso della difesa di Riina contro la proroga del regime del 41 bis sottolineando, nella sentenza n. 11995, come proprio “la persistente operatività dell’associazione, l’esistenza di affiliati in libertà o latitanti, l’ingiustificata condizione economica dei familiari e l’assenza di qualsiasi segno di dissociazione da parte del detenuto” dimostra come questi sia ancora capace di “mantenere il collegamento con l’organizzazione criminale di appartenenza”.
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27 Marzo 2009, 16:38