27 Novembre 2022, 09:02
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Catania. Dove viveva la comunità ebraica di Catania nel XV secolo e che ruolo aveva nel tessuto economico e sociale siciliano, e catanese?
E’ il tema del saggio di Andrea Giuseppe Cerra “La città sepolta. Politica e istituzioni degli ebrei a Catania nel XV secolo” (Rubbettino editore) che martedì 29 novembre, ore 17.30 sarà presentato al Castello Ursino.
L’iniziativa è co-organizzata dal Comune di Catania, dalle Librerie Cavallotto, dal FAI Delegazione di Catania e dalla Società Dante Alighieri – comitato di Catania. Dopo i saluti di Federico Portoghese, Commissario straordinario del Comune di Catania, dialogheranno con l’autore Maria Licata, presidente del FAI Delegazione di Catania, e Dario Stazzone, presidente della Società Dante Alighieri – comitato di Catania. Modera il giornalista Luigi Provini.
“La comunità ebraica di Catania – spiega Cerra, dottore di ricerca in Scienze Politiche al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania – a differenza di quanto accadde in Castiglia e Aragona, vide l’applicazione dell’editto di Granada ben tre mesi dopo, così come nel resto della Sicilia. Non a caso, il ceppo giudaico originario definisce la Sicilia “Achèr Israel”, ovvero “Altro Israele”. Ciò ci permette di ipotizzare un particolare ruolo della comunità ebraica nel tessuto economico e sociale siciliano e, specificatamente, catanese. Si consideri, ad esempio, il caso di Virdimura, prima donna ebrea siciliana ufficialmente autorizzata a esercitare la medicina e la chirurgia”.
Il volume – che in copertina riporta un’opera di Emilio Isgrò, “Matematica della Menorah”, tecnica mista su pannello, 2014 – ricostruisce le vicende della comunità ebraica di Catania nel XV secolo, nel più ampio contesto delle giudecche siciliane, sino all’applicazione dell’editto di Granada. Ne emerge un’immagine nitida della communitas judaica etnea, degli spazi fisici che occupava e del ruolo istituzionale, economico e sociale che ricopriva; l’affresco di una comunità operosa e integrata, seppure inevitabilmente caratterizzata da forti tratti distintivi. La prefazione del volume è affidata ad Asher Salah, professore associato presso il Dipartimento di Storia e teoria dell’Accademia di Belle Arti Bezalel e docente all’Università Ebraica di Gerusalemme, specializzato in storia e letteratura degli ebrei in età moderna e traduttore di Abraham Yehoshua.
È dottore di ricerca in Scienze Politiche presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania. Ha condotto studi sull’istituto autonomistico siciliano, sulla storia di genere nell’età risorgimentale e sulla dimensione politico-istituzionale di alcune comunità ebraiche in Sicilia. Nel 2020 è stato Doctorant invité all’Université Paris Nanterre. È membro del Comitato di redazione delle riviste «Annali della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice» e «Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee». Nel 2022 è autore de “La città sepolta. Politica e istituzioni degli ebrei a Catania nel XV secolo” (Rubbettino editore).
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27 Novembre 2022, 09:02