Sabato 5 novembre alle ore 22,45 su Rai5 (e in replica domenica 6 novembre alle ore 13), andrà in onda la terza puntata del programma “Progetti di danza” interamente dedicata al balletto “Cenerentola” di Sergej Prokof’ev con la coreografica di Luciano Cannito, andata in scena con grande successo al Teatro Massimo lo scorso mese di maggio. “Progetti di danza”, scritto da Vittoria Cappelli con la consulenza artistica di Vittoria Ottolenghi – la “doppia V” che ha già prodotto per la televisione pagine memorabili sulla danza negli ultimi trent’anni – è un programma televisivo che propone lo spettacolo danzato ma anche tutto il sistema che partecipa attivamente alla sua costruzione: i protagonisti in prima linea come coreografi e ballerini, ma anche il lavoro degli scenografi, dei costumisti, della regia teatrale; i grandi luoghi della danza, i teatri, le piazze, i laboratori, i musei. Un percorso che unisce passato, presente e futuro, volto a parlare e tradurre il linguaggio della danza in tutte le sue declinazioni e sfaccettature.
A guidare gli spettatori in questo viaggio attraverso il mondo italiano della danza un volto celebre della danza in tv, il ballerino albanese Kledi Kadiu che torna su Rai5 dopo il successo dello scorso anno con “Step-Passi di danza”. Il Massimo è il primo dei teatri italiani visitati da “Progetti di danza”: Kledi Kadiu ha esplorato il dietro le quinte e la preparazione dello spettacolo. Lo vedremo inoltre impegnato in una serie di interviste al coreografo Luciano Cannito, nonché ai primi ballerini, Igor Yebra e Ji-Young Kim, due grandi stelle della danza internazionale: il primo, nato a Bilbao, danseur noble di formazione spagnola proveniente dalla scuola di Victor Ullate è oggi étoile ospite nei più importanti teatri del mondo; la seconda, danzatrice coreana pluripremiata a livello internazionale, figura fondamentale del Korean National Ballet Company, ha interpretato, proprio nell’occasione palermitana, per la primissima volta il personaggio di Cenerentola. La regia della trasmissione è di Alessandro Tresa.
