20 Novembre 2012, 15:58
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PALERMO – Al consiglio generale della Cisl regionale si fa il punto sulla situazione politica siciliana, ed a porre le linee guida di un approccio critico, oltre che programmatico, è il segretario generale Maurizio Bernava. Il principale rappresentante del sindacato in regione batte il ferro del rinnovamento: “Il quadro politico ci dice che si sta affermando una cultura riformistica basata sulla coesione sociale. Dobbiamo prendere questa strada nuova, che niente ha a che vedere con le scorie di quella pattumiera ideologica che è stato il secolo scorso”.
Spostando l’obiettivo sul contesto politico locale, prima degli incoraggiamenti a Crocetta ci sono gli affondi ai partiti di governo, il Pd e l’Udc. “Preferiscono bloccare tutto per le proprie dialettiche interne. Hanno l’obiettivo di usare il governo per i propri interessi di partito e non per i siciliani. Crocetta fa bene a tenerli sulla corda e finora ha fatto scelte di credibilità”. Per il nuovo presidente sono molti gli apprezzamenti. “La sua esperienza è realmente alternativa rispetto alle logiche dei partiti. Lui ripete cose che noi diciamo da anni: una sinfonia. Ci vuole un nuovo modello senza macelleria sociale, ma non basta dirlo, bisogna farlo”.
Bernava attacca a fucile spianato le altre organizzazioni sindacali e la precedente giunta regionale. “Anche a Lombardo avevamo offerto la nostra disponibilità a lavorare insieme, ma lui ha tradito noi e tutta la Sicilia. Una cosa voglio dirla a Crocetta: non pensi di usare il consenso solo per creare un movimento ad personam, abbiamo fin troppi partiti e non c’è bisogno di questo”. Il segretario regionale della Cisl individua due settori critici per la Regione, quello delle aziende partecipate e quello dei beni culturali. “Le partecipate devono creare reddito, fornendo servizi produttivi, altrimenti chiudano. Era chiaro che la Gesip, ad esempio, andasse messa in liquidazione, lì dei poveri disgraziati sono stati usati dalla politica come carne da macello. Bisogna pensare a modelli di sviluppo, non alla cassa integrazione, vincolando gli strumenti di sostegno a piani di riequilibrio”.
Bernava non è più tenero con i lavoratori del settore dei beni culturali: “Sono un vero e proprio disastro. C’è da inseguire un progetto capace di attrarre investimenti, togliendo le tossine della burocrazia e della corruzione”. L’apertura al nuovo governo regionale è netta: “Siamo pronti a contribuire, perché c’è bisogno del supporto di tutti, non solo della politica. In ballo abbiamo la costruzione di un modello produttivo. Non siamo lì perché c’è qualcosa da scambiare o da prendere, come la Uil o la Cgil. Dovremo traghettare dal vecchio al nuovo, lì ci sarà qualche massacro, ma non dobbiamo aver paura”.
Infine un commento sulla spinosa questione dell’ufficio stampa: “Mi auguro non diventi un boomerang per lui, ed un danno erariale per l’amministrazione che rischia di soccombere in eventuale sede giudiziaria. Avrei fatto diversamente, togliendo le varie agenzie di stampa e società che sotto forma di consulenze ci sono intorno alla Regione. Avrei poi riorganizzato i 21 dell’ufficio stampa, come call center e task force a supporto delle partecipate ed enti”.
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20 Novembre 2012, 15:58