26 Agosto 2017, 16:01
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CATANIA – «Si accantonino interessi di parte e di poltrone di tutti gli schieramenti politici: l’ex Provincia regionale, oggi Città metropolitana di Catania, riprenda pieno possesso delle proprie o di nuove competenze nei settori di specifica attribuzione e contribuisca allo sviluppo socio-economico del territorio, tornando a rendere servizi alla collettività». È l’appello diretto alla politica regionale e locale da Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, in occasione della pubblicazione sulla GURS della legge che reintroduce l’elezione diretta dei presidenti dei Liberi consorzi e dei sindaci delle Città metropolitane siciliane. «Al di là di quale sarà l’ulteriore percorso che riguarderà la legge – spiega Attanasio – è auspicabile che il dibattito politico si incentri su competenze, gestione delle risorse professionali e servizi degli enti di area vasta siciliani, piuttosto che su come ordire guerre politiche per salvaguardare poltrone e partiti.
«Finora – aggiunge – i tagli operati ai bilanci, le lentezze e i ritardi nel completare la riforma hanno impedito la piena operatività di Liberi consorzi e Città metropolitane. L’appello alla politica affinché finisca questo assurdo teatrino di emanazioni di norme che, puntualmente, impugnate e modificate, penalizza i cittadini dei territori ricadenti nelle aree metropolitane siciliane. Con responsabilità e senza interessi di schieramenti politici, con la responsabilità di chi amministra il bene comune, vanno chiarite competenze e valorizzate le professionalità interne, il cui impiego va esteso anche a favore dei Comuni, per la progettazione e gli interventi di tutela idrogeologica del suolo, della rete stradale e viaria». Per Attanasio, «individuare e ripristinare le competenze dell’ente di area vasta è una delle azioni prioritarie, cosicché sia resa possibile la funzione di programmazione economico sociale che sia conforme con la pianificazione di sviluppo nazionale, regionale e con le esigenze del territorio».
«Le competenze più rilevanti spettanti alle ex Province regionali – ricorda – sono i servizi sociali per persone con particolari handicap, la gestione dei beni culturali e la diffusione della cultura e la promozione dei beni storici e paesaggistici, lo sviluppo economico, la tutela del territorio e dell’ambiente, la difesa del suolo e la salvaguardia della risorse idrogeologiche, infine, ma non per ultimo, le pari opportunità per l’istruzione e l’assistenza per gli studenti con handicap».
Lunghissimo l’elenco delle azioni che la nuova Città metropolitana, se ben strutturata nelle proprie competenze, potrebbe coordinare e/o governare come ente intermedio, azioni che spesso necessitano di immediate risoluzioni e che non posso essere demandate a regione o Governo centrale.
«È necessario – argomenta Attanasio – un vasto processo di coordinamento delle politiche nei settori che appartengono alla ex Provincia: l’edilizia scolastica, con l’adeguamento alle norme di sicurezza e la manutenzione; il territorio e l’ambiente, con gli interventi per il recupero idrogeologico e la salvaguardia delle oasi e del patrimonio naturalistico e stradale, i servizi sociali, con politiche di inclusione che diano pari opportunità a tutti i cittadini, senza penalizzare, come già successo, quei Comuni che non hanno adeguato e/o qualificato personale sia progettista che esecutore di politiche sociali; il turismo, con politiche attrattive e percorsi che coinvolgano tutti i Comuni della provincia e la valorizzazione dei prodotti e della cultura dei Comuni montani; l’artigianato, con gli aiuti alle imprese».
«C’è poi l’importante partita dei fondi comunitari – continua – per la quale sono necessarie competenze in grado di indirizzare la progettualità, anche in forma distrettuale, e diffonderla, in forma paritaria, in tutti i Comuni della Città metropolitana e non solo in alcuni. Attraverso essi passa l’infrastrutturazione del territorio, l’intermodalità e la viabilità extraurbana; le politiche di sviluppo per le piccole e medie imprese, la cui presenza va favorita in territori attualmente destinati ad aree industriali ma fortemente disagiate, come la zona industriale di Catania, le aree di Bronte, di Giarre, la zona commerciale di Misterbianco.
«Speriamo – conclude Attanasio – che quanto prima si risolva questo drammatico quadriennio per le Province e per la collettività che ha subito notevoli disagi per l’assenza dei servizi, tagliati dalla ormai tristemente famosa “legge Crocetta”. La Città metropolitana torni a rivestire con maggiore rilevanza quel ruolo di mediazione e coordinamento della ex Provincia regionale tra Stato, Regione e Comuni.»
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26 Agosto 2017, 16:01