29 Agosto 2013, 16:49
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Giuseppe Santocono, presidente della Cna di Vittoria, sul botta e risposta tra il commissario straordinario della Crias, Filippo Nasca, e il dg Lorenza Giardina.
Da qualche giorno leggo l’interessate botta e risposta tra il neo commissario straordinario della CRIAS, avv. Filippo Nasca, e il direttore generale della stessa CRIAS, avv. Lorenza Giardina. E’ veramente singolare vedere come due super dirigenti ben retribuiti invece di risolvere i problemi delle imprese artigiane siciliane che chiedono credito (attività travolte da una crisi che non hanno creato loro) trovino il tempo per duettare sulla stampa dicendo cose, si legittime, ma ammantate, incartate da questioni personali che prevalgono in modo latente e poco o nulla hanno a che vedere con la funzionalità della della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane siciliane. Egregi avvocati forse avete già dimenticato che la commissione europea pochi giorni fa ha certificato come la Sicilia sia tra le regioni più povere e meno competitive d’Europa. La nostra regione, in questa speciale classifica della UE, si trova al 235esimo posto su 262. Non funzionano le istituzioni regionali e locali, non funzionano i servizi, la burocrazia è la padrona dell’Isola capace di bloccare ogni iniziativa a cominciare dall’utilizzo dei fondi europei. E in merito a ciò nessuno si indigna, nessuno sente l’esigenza di polemizzare sul fatto che la nostra regione ha speso solo il 18% dei fondi europei nella programmazione 2007-2013. un vostro collega, il direttore generale della Regione Vincenzo Falgares, a proposito del programma Fesr è stato molto chiaro, ha dichiarato: “occorre duplicare il livello di spesa. La Sicilia potrebbe perdere nel 2013 una quota che va dai 350 ai 702 milioni di euro”. Mentre si scivola nel baratro si perde tempo a cinguettare? Vi invitiamo gentilmente a chiarire i vostri problemi in privato. Attivatevi, in base alle competenze che avete, per far funzionare bene la Crias, siete pagati per questo. Individuate sprechi e anomalie, salvate dal baratro uno dei pochi enti pubblici in grado di sostenere le uniche attività capaci di creare lavoro e sviluppo (le imprese artigiane) senza chiedere assistenza, fate partire la moratoria (una fiction infinita), date una risposta alle tante domande di prestito d’esercizio e mutui per investimento che da tempo devono essere esitate. La pazienza delle imprese che rappresento ha un limite e queste limite è prossimo, molto prossimo, alla saturazione.
Giuseppe Santocono
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29 Agosto 2013, 16:49