06 Luglio 2020, 05:58
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PALERMO – “Per il 2022 Orlando è pronto a impegnarsi, ma solo a certe condizioni. Bisogna rendere permanenti i risultati che abbiamo raggiunto, basta un attimo per fare un salto indietro di anni”. Parola di Fabio Giambrone, vicesindaco di Palermo ma soprattutto braccio destro del Professore, che traccia così il percorso da qui alle prossime elezioni. Continua il viaggio di Livesicilia fra partiti e movimenti che già scaldano i motori in vista dal cambio a Palazzo delle Aquile.
Iniziamo con una domanda secca: chi sarà il candidato sindaco del centrosinistra nel 2022?
“Parlare di nomi è prematuro, mancano ancora due anni, semmai oggi è il tempo giusto per affrontare il tema di come arrivare al 2022 in termini di impegno e di visione. E per farlo dobbiamo ripartire da quella coalizione che ci ha visti vincenti nel 2017: è quello lo zoccolo duro su cui continuare a puntare”.
In poche parole, una coalizione che va da Sinistra Comune ai moderati, passando per il Pd…
“Dal 2012 a oggi il cambiamento è stato reale ed è sotto gli occhi di tutti: non a caso nel 2012 eravamo soli e nel 2017 ci siamo ritrovati in una coalizione che ha sostenuto il progetto e ha vinto al primo turno. I palermitani ci hanno premiati, anzi hanno premiato una visone di sviluppo e un progetto di cambiamento. Siamo convinti che potranno premiarci ancora nel 2022, se costruiremo un percorso capace di mettere in sicurezza quanto abbiamo fatto e di renderlo irreversibile”.
A cosa si riferisce?
“La lista sarebbe lunghissima, ma mi limito ad alcune cose fra le più significative. In primis la dimensione internazionale e la credibilità che abbiamo acquisito e che tutti sanno essere fonte e premessa della nostra cultura dell’accoglienza e dello sviluppo economico: oggi c’è una nuova economia che si regge sul turismo e sulla presenza stabile di artisti e imprenditori di levatura internazionale. Poi ci sono il tram, le pedonalizzazioni, l’uso dei fondi comunitari per l’innovazione digitale, centinaia di milioni di euro spesi nel sociale e per le fasce più deboli, la valorizzazione dell’ambiente con la lotta all’inquinamento, il superamento della marginalità delle periferie, la vivibilità in centro, l’ammodernamento del sistema di illuminazione pubblica, i centri per la raccolta differenziata. Ma penso anche al nuovo corso del Teatro Massimo, al completamento del sistema di depurazione delle acque… Palermo finalmente ha puntato sull’inclusione, sull’ambiente, sulla cultura e non a caso viene premiata dall’Unesco e ospita Manifesta”.
Quindi la coalizione non si cambia, anche se per esempio il Pd proprio a Livesicilia ha auspicato l’apertura al M5s che oggi è all’opposizione, un po’ come chiede Zingaretti…
“Qui non dobbiamo inventare un progetto, perché già c’è e abbiamo dimostrato che funziona. Se poi qualcuno se ne rende finalmente conto… Certo, poi bisogna capire cosa sarà il Movimento cinque stelle fra due anni”.
E se invece qualcuno dell’attuale maggioranza facesse scelte diverse?
“Sarebbe una mossa suicida, a quel punto ognuno trarrà le sue conclusioni. Ma non penso che arriveremo a tanto: penso invece ci siano tutte le condizioni per dare continuità a questa esperienza che è stata atipica e per questo vincente. Orlando è stato capace, ancora una volta, di mettere insieme esperienze diverse e all’apparenza distanti in nome del cambiamento e la sfida è proseguire nel cambiamento senza tornare indietro, perché a buttare tutto a mare ci stiamo pochissimo, consolidare è molto più complicato”.
Cosa teme?
“Di rivedere le automobili in via Maqueda o i parcheggi in piazza Bellini, i palermitani ci inseguirebbero con i forconi. Non è stato facile cambiare, ma oggi la città è matura e ha compreso la bontà di certe scelte. L’attuale compagine di governo è stata in grado di fare tutto questo nonostante le difficoltà e gli insulti, tenendo la barra dritta, e oggi i risultati ci danno ragione”.
Ma chi sono oggi gli orlandiani?
“Nel 2017 quelli che vengono definiti ‘orlandiani’ hanno presentato tre liste che hanno raccolto il 22% dei consensi, più della metà dell’intera coalizione, consentendo la vittoria al primo turno. E due di queste tre liste sono state le più votate. Siamo riusciti a coniugare un’idea di civismo con esperienze diverse, siamo convinti di poter confermare quanto fatto”.
Va bene, ma nel 2022 Orlando non si potrà ricandidare…
“In tanti in consiglio comunale continuano a mantenere quella idea di civismo e sono pronti a portarla avanti”.
Orlando è un veterano della politica, non è contraddittorio parlare di civismo?
“Il sindaco riesce a unire civismo e impegno politico come nessun altro, è la sua costante posizione politica”.
Pd e Italia Viva chiedono al Professore di fare il ‘padre nobile’ della coalizione…
“Se manteniamo questa ‘anomalia’ che ci ha fatto vincere, Orlando sarà con noi a occuparsi delle prossime elezioni. E’ una cosa che ha già detto in più di un’occasione: è pronto a confermare il suo impegno, in virtù del suo amore per Palermo, pur sapendo che non potrà ricandidarsi a sindaco. Ma la condizione è di non far sgretolare quello che abbiamo costruito: se rimaniamo uniti da una visione comune, mantenendo alta l’attenzione sulla dimensione etica che per noi è imprescindibile, il sindaco rappresenterà un punto di riferimento per offrire il suo impegno e la sua esperienza pur da una posizione diversa”.
Orlando cosa farà nel 2023?
“Intanto si impegnerà per il 2022, poi insieme stabiliremo cosa farà lui e cosa faremo noi”.
E gli orlandiani che faranno? Oggi contate su otto assessori su 11, su sette consiglieri comunali…
“Lo sceglieremo insieme, come abbiamo sempre fatto”.
In due anni possono cambiare tante cose, specie nella politica nazionale…
“Palermo Sicura è la nostra cornice e la base di partenza: lì c’è quello che abbiamo fatto e che vogliamo fare, c’è dentro la città che è cambiata e che non ha mai seguito logiche imposte dall’esterno, anzi è stata semmai laboratorio politico. Dobbiamo mantenere questa coalizione che mette dentro sinistra, riformisti, moderati, società civile attorno a un progetto”.
Voi siete la maggioranza uscente e nella prossima campagna elettorale dovrete spiegare perché non siete riusciti già a fare le cose che proporrete…
“E’ quello che succede sempre a chi governa e chiede nuovamente fiducia, ma tutto va calato nelle condizioni finanziarie del Comune, nei vincoli burocratici che Stato e Regione continuano ad imporre agli enti locali. Questo vale per tutti i Comuni, indipendentemente da chi li governa; certamente occorre continuare a lavorare per trovare nuovi fondi e superare i vincoli burocratici innanzitutto per investire sulla manutenzione di strade e marciapiedi, continuare a pedonalizzare e valorizzare il nostro personale. In questi anni abbiamo stabilizzato tutti i dipendenti e messo fine al precariato, una cosa storica per la nostra città, ma bisogna riaprire i concorsi pubblici per garantire il necessario turn over e assumere giovani competenti e capaci, dando nuova linfa sia al comparto dei funzionari che dei dirigenti tecnici”.
Favorevoli alle primarie?
“Siamo aperti a un ragionamento partecipativo”.
Qualcuno paragona questo finale di sindacatura Orlando a quella di Cammarata, quasi una parabola discendente…
“Orlando non sta abbandonando la nave, c’è e ci sarà alle condizioni che abbiamo già detto”.
Circolano vari nomi per i candidati a sindaco, tra cui anche il suo…
“Ripeto, è prematuro parlare di nomi ma diciamo no agli ‘eterni candidati a tutto’. Il mio impegno c’è sempre stato e continuerà a esserci, vedremo con che ruolo, ma il tema é la continuità”.
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