La condanna all’ergastolo |Pianti e rabbia dopo il verdetto

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05 Novembre 2015, 08:27

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CATANIA – E’ stato il pianto di una donna a coprire la voce del presidente Rosario Cuteri della Corte d’Assise ieri sera alle 22. La parola ergastolo ha rotto gli argini della disperazione di parenti e amici (decine i presenti) di Biagio Sciuto e Girolamo Ragonese che ieri hanno atteso per oltre dieci ore la lettura della sentenza. I due imputati (accusati di essere uno il mandante e uno il killer di due omicidi) hanno ascoltato dentro le gabbie senza battere ciglio, così come gli avvocati difensori e i due pm. I singhiozzi dalle file del pubblico si sono susseguiti fino alla frase “l’udienza è tolta”.

Appena i giudici sono usciti i toni si sono accesi e non sono mancate le invettive. Fuori dalla gabbia Girolamo Ragonese ha pronunciato parole di rabbia guardando in direzione dei pm Pasquale Pacifico e Lina Trovato. Il tono era di fuoco, ma solo i poliziotti della penitenziaria conoscono l’esatta frase detta dall’imputato condannato all’ergastolo. Dalle file del pubblico non sono mancati i gesti di stizza nei confronti dei due sostituti procuratori che hanno lasciato l’aula Serafino Famà da una porta secondaria.

Nei corridoi vuoti del Palazzo di Giustizia hanno riecheggiato i commenti alla condanna all’ergastolo: la folla di parenti è uscita dal Tribunale lentamente. Alcuni hanno raggiunto dall’esterno l’uscita laterale e hanno guardato il furgone della penitenziaria con all’interno Biagio Sciuto e Girolamo Ragonese lasciare piazza Verga in direzione del carcere.

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05 Novembre 2015, 08:27

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