14 Gennaio 2009, 18:15
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L’aveva detto e lo sta facendo. L’assessore all’industria della Regione siciliana, Pippo Gianni, non s’è tirato indietro. E alla sordità della Lega che ha deciso di non ritirare l’emendamento che prevede un calcolo differenziato per il prezzo dell’energia elettrica (emendamento che rischia di far pagare l’elettricità ai siciliani a costi maggiorati rispetto al resto d’Italia), l’assessore regionale all’Industria risponde inviando gli ispettori minerari nei siti di estrazione.
Secondo alcune indiscrezioni, infatti, Gianni avrebbe già dato comunicazione agli uffici in tal senso. E questo sarebbe solo il primo passo. Poi si passerebbe infatti alle centrali di raffinazione e, come extrema ratio, l’assessore si dice pronto anche a interrompere la fornitura di energia che dalla Sicilia va al resto d’Italia. “La Regione siciliana – aveva già annunciato Gianni – non intende tornare indietro dalla minaccia di ritorsioni ma anzi rilancia. La Sicilia produce energia elettrica in eccedenza rispetto alle sue esigenze di consumo e la immette in rete per coprire le esigenze di quelle regioni che non ne producono perché non si sono dotate di infrastrutture energetiche”. “L’Isola – prosegue – produce e raffina il 60% del petrolio consumato in Italia senza ricavarne benefici, se non qualche residuale posto di lavoro. La responsabilità e le ragioni della solidarietà nazionale, fortemente sentite dal popolo siciliano, hanno fatto sì che, nonostante tutto ciò in tutti questi anni si siano anteposte le ragioni dell’interesse nazionale a quelle dell’interesse regionale. Non vorremo perciò – conclude Gianni – essere costretti ora ad invertire la rotta, mettendo in atto provvedimenti che vanno contro l’interesse nazionale per fare in modo che la questione dell’approvvigionamento energetico diventi un problema del Nord Italia piuttosto che nostro”.
E.M.
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14 Gennaio 2009, 18:15